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Un ragazzo scatta delle foto all'aperto. E' affascinato dalla natura e pare quasi abbandonarsi ad essa. Finchè, d'improvviso, elementi stonati e moderni iniziano a comparire. Un orologio, un televisore. Un nuova dimensione...di prigionia. Brevissimo cortometraggio, diretto da Mattia Petterlini che cerca attraverso una via estetica non banale, di ripresa ed editing, di comunicare un profondo senso di smarrimento ed orrore per la realtà quotidiana. Non c'è violenza né immagini raccapriccianti. Niente mostri, fantasmi o assassini ma solo il tempo impietoso e la società-gabbia nella quale siamo tutti imprigionati in un loop infinito. Tutti vittime dei meccanismi produttivi e ri-produttivi che ci allontanano dalla libertà intellettuale e, ancor più profondamente, da quella dei sensi. Inquadrature e sonoro, seppur non privi di imperfezioni, riescono a creare una spirale che a tratti infonde reale angoscia. Esperimento interessante.