Megatopic collettivo aperto nella speranza di attirare l' attenzione della poppa (ebbene sì mr. pervers, hai ragione) nuovamente latitante.
In origine (1956) ci fu Mervyn LeRoy che portò al cinema una piece teatrale a sua volta basata su un romanzo: al centro l' archetipo del pargoletto terribile, nelle fattezze di una bambina che ha il viso inquietante di Patty McCormack. La piccola è una precisina della fungia che arriva a compiere delitti seriali per la delusione di non avere ricevuto una medaglia alla festa scolastica di fine anno: se può sembrare eccessivo, la sceneggiatura si premurerà di fornire una spiegazione parascientifica che motiva il titolo originale (The bad seed, che in Italia fu sostituito dal più generico e poetico Il giglio nero). Nonostante la durata mastodontica (130') e una certa ingenuità della messinscena, il film si lascia seguire piacevolmente grazie soprattutto al buon lavoro degli attori, e per i suoi tempi pare piuttosto avanti: non solo perchè tratta una tematica all' epoca inedita e scabrosa, ma anche perchè la chiosa che riesce ad essere al tempo stesso prima beffarda, poi teatrale ed infine metacinematografica è piuttosto notevole.
Da lì in avanti pargoli eccessivamente pestiferi declinati in mille varianti (deviati, posseduti, psicopatici, deformi, angelici, solitari o in gruppo) hanno affollato a più riprese sale prima e televisioni poi, e proprio al piccolo schermo furono destinati i due remake ufficiali di The bad seed.
Il primo, di cui alcune fonti riportano pure un titolo italiano (Il male ereditario), parrebbe interessante ma purtroppo anche di difficile reperibilità: lo diresse Paul Wendkos nel 1985, e vanta nel cast anche David Carradine che interpreta un factotum sciroccato molto somigliante a quello dell' originale.
In mancanza di questa chicca, mi sono dovuto accontentare della versione del 2018, l' unica delle tre ad essere stata distribuita in Italia col titolo originale non tradotto.
Evidentemente fan del prototipo, l' ex attor giovine Rob Lowe fa le cose in grande: dirige, coproduce, interpreta il ruolo del padre, e rispolvera la McCormack in un cameo da tongue-in-cheek (è una psicoterapeuta che dopo avere visitato la bambina sentenzia "Sta benissimo: io da piccola ero come lei!").
Ma se Lowe è attore discreto ed ancora di bella presenza nonostante il passare degli anni, come regista lascia a desiderare: non disdegna il buona la prima (si son tenute inquadrature dove qualcuno guarda in macchina), i suoi virtuosismi di ripresa sanno tanto di mdp mossa goffamente e a caso, e quel che è peggio approva una sceneggiatura che modernizza il racconto togliendo parecchio appeal. A fronte di un' unità di luogo di più ampio respiro che assicura maggiore credibilità, le varianti dannose non sono poche: la piccola peste è qua una morettina abbastanza banale molto somigliante alla figlia di Cruise e della Holmes (ma non è lei), la sua caratterizzazione vira verso l' horror facendola quasi coincidere con una novella Damien al femminile (di conseguenza si perdono l' implicazione genetica e l' annesso significato del titolo originale), al posto della famigliola del mulino bianco c'è un padre single in carriera, una babysitter troia a caccia di dilf che gli ronza attorno sostituisce il laido factotum, la zietta non è una vegliarda ma una biondona piacente, e così via; nonostante la durata molto più contenuta (meno di 90'), il film si segue quindi con meno interesse perchè l' attualizzazione a tutti i costi lo fa banalmente somigliare ad uno dei tanti anonimi rip-off succedutisi nel tempo.
Da vedere il primo (considerato il valore storico), stuzzicante il secondo (come tutti i film perduti che non si sa se prima o poi salteranno fuori o meno), non indispensabile il terzo (a meno di non voler trascorrere una seratina disimpegnata e nulla più: in quest' ottica è guardabile).
[Modificato da MD-MAniak 23/06/2022 03:21]
*****************************
"Quanta benzina abbiamo?"
"Non molta."
"Okay..."