00 25/09/2022 11:26


Bel noir come non ne vedevo da un po’.

Tratto dall’omonimo libro di Faletti (che non ho ancora letto), il film ci riporta nella Milano del 78, all’epoca delle BR e del rapimento Moro (che tocca solo marginalmente gli intrecci della vicenda), dove il nostro protagonista, soprannominato Bravo, gestisce un giro di prostitute per clienti di un certo livello, ma sogna di mollare tutto e andarsene lontano. L’occasione gli si presenta quando un tizio, di cui nessuno conosce l’identità, vince 490 milioni di lire facendo 13 al Totocalcio…

Sorvolando sulla trama, piuttosto complicata nei suoi sviluppi, e a dire il vero non perfettamente congegnata nella complessità degli svelamenti finali, c’è da dire che il film regge bene e coinvolge per l’intera durata (2 ore, per me mica poco).
Ottima la ricostruzione del periodo, a livello di atmosfera e fotografia, ed efficace l’intero cast: convincente il protagonista (a parte il look un po’ alla Keanu Reeves), interpretato da un bravo (di nome e di fatto) Mario Sgueglia di cui ignoravo l’esistenza, e perfettamente in parte anche i personaggi di contorno, come l’amico Daytona, interpretato da un Paolino Rossi (a cui voglio tanto bene) che si cala in un ruolo insolitamente drammatico, senza rinunciare a qualche battuta con il suo solito stile biascicato, il poliziotto corrotto (Libero De Rienzo), il boss malavitoso (Antonio Gerardi, visto recentemente nella serie Netflix Bang Bang Baby, che vale la pena di guardare anche solo per la sua interpretazione del mafioso calabrese con la fissa per George Michael) e poi vabbè, Michele Placido, che come al solito, appena appare sullo schermo, anche se per pochi minuti, catalizza totalmente l’attenzione.

Voto: 7+

Leggerò il romanzo, volevo bene anche a Faletti.