Evidenziamo subito il problema principale: dura troppo.
Essendo un mix di scelte di nicchia, essendo un mescolio di robe del tutto particolari, eccessive, avrebbe dovuto durare poco per definizione.
Perché il tempo è il peggior nemico della bizzarria.
I lavori stravaganti si mantengono tali fintanto che non ti abituano alla loro presenza. Devono stringerti la mano e presentarsi, ma mai diventare tuoi amici.
Perché poi li conosci troppo bene. Perché poi non ti sorprendono più.
Perciò, andrebbe ridotto. Cesoiato.
Si badi che lo dico perché una certa potenza ce l'ha, questo Scan. Un impatto violento, suggestivo, s'avverte, all'inizio.
Effettivamnte si avvicina assai a fornire una emozionalità distorta, prossima all'orrore.
Quindi punterei sulla valorizzazione dei momenti migliori, a scapito degli altri, che andrebbero tolti in difesa del principio della breve durata.
Una cosa ancora.
Personalmente so apprezzare il delirio filmico. Sono uno che adora lo sballo dei sensi, uno affascinato dalla perdita dell'equilibrio, uno intimamente convinto d'essere più simpatico da strafatto, quindi non disdegno gli eccessi.
Nemmeno in pellicola.
Ma attenzione: in quest'ultimo caso io non voglio essere lo sballo per primo. Lo sballo lo devo vedere nei personaggi e nella storia, ma non devo vedere personaggi e storia attraverso un filtro sballato.
E' scorretto, è il regista che chiede allo spettatore di mettersi dalla parte sbagliata dello spettacolo, e cioè direttamente nella storia, mentre uno spettatore è e deve rimanere questo.
Uno spettatore.
Perciò non impormi per tutto il film quell'immagine allucinata. Mostrami allucinati e allucinanti evoluzioni. Ma concedemi di partecipare all'evento con occhi più sinceri e meno artificiosi.
Concludendo: se ridotto, può essere interessante.
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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."