00 10/07/2015 15:45
Stroncatore, prega per loro
Premesso che vi stimo tutti per il solo fatto di partecipare a questa discussione, quando potreste anche fregarvene... Premesso che forse solo il 10% di noi lavora nel settore dello spettacolo o aspira a farlo e che quindi, anche se ci piace autodefinirci registi, sceneggiatori, autori, critici, messia ed apostoli, alla fine lo siamo solo a livello amatoriale e per campare dobbiamo fare qualcos'altro...


Intanto posso dire che Davide Pesca presenta un'opera più mirata alla ricerca ossessiva "dello strano" da parte dell'uomo, e del volerne sempre di più. Quello che ci mostra lui è un "esigere" l'estremo, una ricerca, e non una storia sull'esibizionismo.
Quindi, nonostante VISIVAMENTE i due lavori si assomiglino, è innegabile che il succo del discorso sia completamente diverso.
Non eri tu che davi più importanza al contenuto, piuttosto che all'aspetto superficiale delle opere?



A parte che io e Barracuda.77 non siamo la stessa persona e nè ci conosciamo, cio' che tu scrivi non è innegabile, ma solo il tuo punto di vista, la tua interpretazione dell'opera. Una volta liberatisi dai pregiudizi sulla sua musica, la stessa chiave di lettura puo' essere utilizzata per il video di Robbie Williams. Questo è innegabile.


Forse, ad averlo conosciuto (scusate se non sono onniscente), avrei magari tolto un mezzo punto alla sceneggiatura, andando comunque probabilmente a non inficiare il risultato finale, ma questo è quanto, veramente.



Da circa 4 edizioni mi lodi per le idee originali dei miei corti. Citando Peppino De Filippo in "Toto', Peppino e la malafemmina", : "Ho detto tutto."


E allora nominate una commissione di giudici dei giudici, con il solo scopo di fare questo, io non accetto rimproveri dalla stesse persone che devo giudicare.
Questo può dare inizio a modifiche nei metri di giudizio dei giurati, voti più o meno alti, perchè quello o quell'altro regista poi "si lamentano".
Non ci avete pensato?
C'è un motivo per quale se ti lamenti con l'arbitro vieni espulso.
Non fischierebbe più niente, se il risultato fosse un coro di dissensi ad ogni fallo.



Non ci stiamo rimproverando, stiamo discutendo sulle opere in corso e sui criteri di giudizio. Continuo ad esortare tutti gli autori presenti e futuri a sforzarsi di partorire qualcosa di nuovo e non a fare il compito in classe. Un vero autore (seppur a livello amatoriale, ci mancherebbe) è libero dagli schemi.