questo è un breve racconto horror che ho scritto tempo fa, si intitola "Miele".
Rientrò a casa pochi minuti prima che cominciasse ad albeggiare, si fece una doccia e si sdraiò sul divano letto dopo aver scansato col piede il cartone di pizza intonso che era in mezzo al salone da ormai due giorni, troppo occupata allora e troppo stanca ora per buttarlo nella spazzatura. Si addormentò all'istante appena toccò il cuscino, risvegliandosi a metà pomeriggio, tempie che pulsavano, sonno lungo ma tormentato, sogni inquieti.
Si alzò ed andò ad accendere la luce, dopo aver trovato a tentoni l'interruttore, dato che le tapparelle erano ancora abbassate.
Dopo aver strappato con le mani la pizza ormai diventata gomma da masticare ed averne smozzicato un pezzo senza alcun segno d'appetito, prese in mano il telefono, dal quale era giunto il suono di un messaggio ricevuto poco prima, mentre era ancora stesa sul letto, sveglia ma non vigile. Era Arianne, la nuova collega, conosciuta due sere prima all' All in, la discoteca di Chicago dove entrambe lavoravano come cubiste, le chiedeva di andare a fare shopping insieme quel pomeriggio. Rimise il telefono sul tavolo, richiuse il divano letto con le forze che pian piano le tornavano e vi si lasciò cadere sopra, come se lo sforzo fatto per chiuderlo l'avessero fatta ripiombare in uno stato si spossatezza ed apatia.
Passò qualche secondo a guardare nel vuoto, poi tirò un lungo sospiro, si riavviò i capelli neri, riprese il telefono dal tavolino e mandò un messaggio: - Alle 11 sotto casa mia, stasera non lavoro -
Il destinatario era Ted, il ragazzo con cui era uscita due o tre volte nelle ultime settimane, il telefono trillò pochi istanti dopo: - Ciao Cloe, sono contento che ti vada ancora di vederci, sai...-
Cloe ributtò il telefono sul tavolino con sufficienza e fastidio senza neanche finire di leggere il messaggio.
- Mister Miele del cazzo...
Accese la tv con il massimo della noia, guardò lo schermo mentre il notiziario delle 17:00 vomitava notizie che sembravano essere sempre le stesse: un ragazzo scomparso, pezzi grossi di vario genere inquisiti ed additati dal resto del carrozzone come mele marce del loro settore, guerre sparse e la rissa durante la fila per comprarsi il nuovo cellulare. Spense la tv e gettò il telecomando di fianco al telefonino, se possibile ancora più infastidita di quanto non lo fosse stata dal messaggio di Ted.
Alle 11:15 si chiuse la porta alle spalle e scese le scale, gli venne un presentimento che sperava fosse sbagliato, si prefigurava Mister Miele con un mazzo di fiori, era una cosa che odiava, lei non era il tipo da fiori, era arrivata addirittura a mandare a quel paese davanti a parecchie persone più di uno dei ragazzi con cui era uscita per una cosa del genere, ma quando uscì dal palazzo la preoccupazione svanì, Ted l'aspettava a mani basse e giunte, in una posa da buttafuori e sfoderò il suo bianchissimo sorriso.
-Ciao Cloe.
-Voglio bere - rispose lei glaciale salendo in macchina, sapeva che Ted era uno di quei tipi che poteva trattare come voleva.
Andarono in un pub sulla Jackson Boulevard, vi restarono un paio d'ore, che confermarono quanto Ted fosse noioso, con quella storia del suo amico scomparso poi ... Ma non importava.
- Riaccompagnami a casa, sono stanca - le sue richieste era sempre ordini neanche molto velati.
Tornati sotto casa sua, Cloe invitò Ted a salire.
- Ora rilassati, devi essere contento.
- Perché ?
- Sai quel tuo amico scomparso l’altro ieri, il ragazzo che consegna le pizze…
- Si, ma che c’entra ?
- Fra poco vi rivedrete – così dicendo spalancò la bocca e addentò Ted sul collo con un movimento repentino. Non sapeva di miele.