Come si evince dall' anno di produzione, non si tratta del titolo originale del classico L' occhio che uccide, bensì di quello internazionale di un thrilling hongkonghese.
Durante promettenti scene iniziali, vediamo il maniaco di turno riprendere donne scosciate a random, poi rapire una donzella in piena notte: nel suo covo la stuprerà tra fasci di luce bluastra (mentre lei mugola come se stesse godendo... strano, visto che ha pure già preso una bella mazzata in testa: mah, magia del doppiaggio); ma non basta, perchè lui è feticista: io mi sarei premurato di scattare foto dei piedi per aggiungerle al mio archivio dopodichè l' avrei liberata, questo qua invece la lega e procede al taglio delle intere gambe (off-screen) con una sega circolare, conserva i trofei e getta il corpo in discarica.
Scopriremo che si tratta già della settima vittima, ma l' ispettore incaricato del caso non si preoccupa tanto per il crimine in sè, quanto invece per l' incrementata frequenza dei delitti, che prima avvenivano una volta al mese ed ora invece ogni settimana. Ma se la polizia dorme, il maniaco si da da fare: capitato sul teatro di una sparatoria tra sbirri e gangster rischia di farsi colpire x riprendere le gambe scoperte di una ispettrice in borghese che sta rispondendo al fuoco, poi mentre la portano via ferita ne ruba gli oggetti personali, tra cui documenti e chiavi di casa.
Il cerchio si chiude: sarà proprio lei, tra l' altro guardacaso fidanzata dell' ispettore che indaga sui delitti seriali, a diventare l' oggetto di desiderio del maniaco, che intanto continua a stuprare, uccidere ed amputare a random, ma parallelamente instaura proprio con lei un rapporto speciale.
Nato probabilmente sulla scia del successo internazionale di Seven, The peeping Tom stupisce per il fatto che in fin dei conti proponga nello stesso anno di La sindrome di Stendhal il medesimo spunto di un serial-killer assassino e stupratore che stalkera e sequestra la poliziotta stessa che in teoria dovrebbe dargli la caccia: molte le ulteriori similitudini, tra cui il volto del killer noto fin dall' inizio, i suoi sbalzi d' umore con conseguente overacting (ma questo non è Kretschmann, e si vede), l' apparente mancanza di un vero movente, il suo intrufolarsi in casa della giovane ispettrice, e lo stupro di una vittima che avviene all' interno del furgone parcheggiato in città senza che nessuno si accorga di nulla. Se proprio qualcuno dovesse avere copiato, dovrebbe trattarsi proprio del regista di Peeping Tom, dal momento che il film di Argento uscì all' inizio del 1996 dopo una lunga gestazione, mentre questo fu completato in fretta e furia entro la fine dello stesso anno per poi uscire all' inizio di quello successivo; a testimonianza del fatto che il regista conoscesse il cinema di Argento c'è pure una scena girata nel covo dell' assassino in cui l' ispettrice spara ad una sagoma che le corre incontro, il cui esito ricorda una famosa sequenza di Profondo rosso, però il dubbio rimane: un po' come a proposito dell' annosa diatriba circa Zeder e Pet sematary.
L' approccio del regista asiatico è qua assai diverso da quello di Argento, giacchè più che del gore e della suspense si preoccupa dell' exploitation: si vedranno altri stupri in cui vittime stordite stranamente mugolano, corpi femminili nudi a profusione con tanto di figa pelosa in bellavista, una sequenza iniziale in cui l' ispettrice fa autoerotismo sotto la doccia (consigliata a chi è piaciuta la masturbazione di Haute tension) e sequenze nel covo dell' assassino che faranno la gioia di chi ama il bdsm; del resto importa poco: la verosimiglianza va a spasso, gli attori non recitano, la regia non ha guizzi e la fotografia è monocorde, con predominanza di tonalità ocra per gli esterni diurni e di tagli blu per gli interni notturni. Pochi spunti interessanti (a ben vedere il film anticipa tematiche come il revival delle riprese video, il phrogging e pure qualcosa che si rivedrà in Mientras duermes) naufragano in un mare di banalità, e davvero fastidiosa è l' ostentazione di sponsor (specialmente marche di alcolici, con JD's in testa) che se non fosse per le facce degli attori potrebbe far pensare di essere capitati in un film italiota di 20 anni prima.
Si può dare un' occhiata solo per il valore storico, altrimenti merita di rimanere nel limbo in cui è finito.
[Modificato da MD-MAniak 28/06/2022 18:25]
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"Quanta benzina abbiamo?"
"Non molta."
"Okay..."