Visto giorni fa, ma ancora ci sto pensando e vorrei rivederlo, ma intanto vi dico giusto qualcosina a caldo.
Cronenberg ritorna con tutti gli elementi portanti dei suoi film horror più controversi: la mania per la carne, il corpo, il sesso, la tecnologia e lo fa ambientando la sua storia (piuttosto incasinata) in un futuro distopico in cui gli esseri umani si sono naturalmente evoluti al punto da non sentire quasi più il dolore.
Una parte della popolazione, inoltre, presenta mutazioni nell’apparato digerente (e va da sé che la dieta necessita un cambiamento drastico) e sviluppa nuovi organi all’interno del proprio corpo.
Qualcuno non accetta questo cambiamento (esiste addirittura una organizzazione governativa nata per contrastare questo fenomeno), altri ne fanno addirittura una forma d’arte e lo esibiscono durante vere e proprie performance dal vivo, altri ancora organizzano la resistenza.
Proprio nel modo in cui viene affrontata questa nuova condizione umana (una nuova specie?) risiede la riflessione portante del film, che è un film straordinariamente visivo e d’impatto ma anche tanto concettuale e, come dicevo prima, piuttosto incasinato nello sviluppo della trama, di cui dirvi di più sarebbe peccato.
Perciò vi invito a guardarlo, soprattutto se avete amato il Cronenberg di Videodrome, Crash, ExistenZ, Inseparabili; ritroverete qui la perfetta evoluzione di tante di quelle tematiche esplorate dal regista durante la sua carriera, in un film che è un piacere per gli occhi e per la mente.
Il pensiero di cosa ci sia nella mente di questo arzillo ottantenne mi tormenta da qualche giorno: se a 15 anni volevo essere la figlia di Dario Argento, oggi decisamente vorrei poter andare la domenica a pranzo da papà David.
Dai, cazzo, vedetelo e poi ne parliamo.