Altro film per me cultissimo, la cui visione risale all’infanzia.
Come Holocaust 2000, è un film ingiustamente dimenticato, che invece merita la visione e andrebbe mezionato, al pari di Carrie, Il presagio, Scanners, Fury e compagnia bella, ogni qualvolta si parli di pellicole soprannaturali e/o catastrofiche sui poteri della mente.
Il film funziona su ogni livello narrativo, sia quello dell’indagine poliziesca condotta da un ottimo Lino Ventura, sia quello dei flashback che ricostruiscono la storia del protagonista, sia quello delle catastrofi imminenti o in atto.
Burton, per quanto poco appaia sullo schermo, per quanto fosse già in fase calante e – pare - dedito da tempo all’alcolismo, è straordinario nei panni del misantropo Morlar e il suo sguardo da solo dà significato all’intero film.
Sottotesto piuttosto sovversivo per l’epoca, e nemmeno troppo tra le righe (basti pensare all’arringa in tribunale in difesa del presunto terrorista), che sostanzialmente punta il dito contro tutte le istituzioni, Chiesa compresa, colpevoli di portare guerra e distruzione.
E il fatto che Morlar ci venga presentato come un uomo che precipita nel baratro della follia, non basta a renderlo un mostro né a rigettare completamente la sua visione pessimista ed estrema del mondo.
Molti i momenti epici, tra cui i genitori travolti dall’auto, l’aereo che si schianta sul grattacielo, la vicina di casa che si butta dalla finestra, il crollo della cattedrale.
E il dialogo di Morlar con la moglie che lo sta lasciando per un attorucolo da strapazzo:
Morlar: “L’hai stregato, come hai fatto con me”
Moglie: “Brutto bastardo, sei tu che ti sei voluto sposare, non io”
Morlar: “Ti avevo scambiata per una donna”
DA VEDERE.