Basta un poco di zucchero e la pillola va giù, cantava Julie Andrews nei panni di Mary Poppins, la più celebre tata del mondo. E' dalla nota canzoncina che prende spunto il titolo del film, in cui si parla appunto di una tata assunta per prendersi cura di un bambino malato, allergico praticamente a tutto, stando a quanto dicono i genitori.
Senonché, al posto dello zucchero, per far andare giù le molteplici pillole prescritte al ragazzino, la nuova babysitter ci mette una goccia di LSD, sostanza di cui lei stessa abusa.
Ora, è giusto che sappiate due cose: la prima è che nonostante tutta questa droga, il film non eccede in effetti psichedelici (se sia un bene o un male, decidete voi); la seconda, è che tutti i protagonisti di questo film, compresi quelli che non ricorrono agli allucinogeni, sembrano sostanzialmente dei disturbati.
Nel corso del film, ci si ritrova il più delle volte a chiedersi "Ma cosa cazzo?", perché non c'è un personaggio che si comporti in modo ragionevole o abbia reazioni plausibili.
La situazione apparentemente ricalca il più classico degli schemi: famigliola con prole si mette in casa una sedicente babysitter che si rivela pericolosa per l'incolumità di tutti (e sì, naturalmente tenta di sedurre il capofamiglia, peraltro riuscendoci senza grandi fatiche, vista l'indole del soggetto).
Soltanto che qui il problema non è soltanto la babysitter (che tra l'altro ricorda tanto la psiconana di Orphan): pure i genitori sono strani, per non parlare del ragazzino e persino dell'ambiguo psicologo dispensatore di acido lisergico e non solo.
Il finale dovrebbe in teoria spiegare tutti questi comportamenti insoliti, ma mi resta il dubbio che per amore del colpo di scena mi sia stata rifilata un'ora e mezza di puttanate, anche se il film tutto sommato è visivamente piacevole e qualche suo momento ce l'ha.
Giudizio sospeso.