Storia d'amore tra Lou, proprietaria di una palestra al confine tra USA e Messico, e Jackie, un'aspirante campionessa di body building diretta a un concorso a Las Vegas.
Sebbene la storia sia ambientata nel 1989 in un paese popolato perlopiù da zoticoni, il problema principale non è costituito dall'omosessualità delle due, quanto piuttosto dal fatto che Lou è zavorrata da una storia familiare di criminalità, che finisce per trascinare le due ragazze in un'inevitabile spirale di guai e violenza.
Pioggia di critiche entusiastiche in ogni dove per questo nuovo film targato A24.
Dopo averlo visto, mi dico che i casi sono due: o tutta sta gente è andata in visibilio perché ignora l'esistenza di roba come Cuore selvaggio, Blood Simple, True romance e in genere tutto il migliore neo-noir da cui attinge a piene mani Rose Glass, oppure stiamo assistendo ad un abbaglio collettivo, come già successo per Esticazzi Everywhere, in cui si esalta la confezione (ma in questo caso forse è più azzeccato parlare di Forma), il "famolo un po' strano" stuzzicante e modaiolo, in bilico tra kitsch e fighetto, e ci si sforza di trovare significati profondi in un film che rimane in superficie fino alla fine.
Una bella superficie, non si può negare, impreziosita tra l'altro da un cast eccellente, che fa il suo ottimo lavoro nonostante le limitazioni dovute alla scrittura povera e convenzionale dei personaggi; una storia di fondo che pur derivativa a manetta, poteva essere una bomba se gestita con la stessa attenzione con cui si è curata la ricerca spasmodica dell'effetto "wow".
A riprova del fatto che non basta ispirarsi alla forma, ma è necessario metterci cuore e sostanza, il film non mi ha emozionata neanche per un momento, pur rientrando in un genere che mi sta particolarmente a cuore.
Tutto fumo e poco arrosto.