Diciamo che Ellis in quasi tutti i libri riprende qualche personaggio, o lo richiama nel racconto, dei libri precedenti, ma non c'è secondo me una vera e propria continuazione o corretta sequenza temporale.
Più probabilmente sono da considerare delle sequenze delle coorti di età a cui si riferisono i protagonisti; prima le superiori e il college, poi il lavoro nel mondo del business e della moda, quindi la vita del buon padre di famiglia, quindi alla fine il cerchio si chiude con i personaggi del primo romanzo che si ritrovano molti anni dopo, oramai adulti.
In American Psycho esplode l'elemento horror del maniaco vampiro-yuppy, che nei primi due romanzi era inesistente, anche se nel sottofondo c'era di tanto in tanto il timore per qualche maniaco che potesse spuntare prima o poi a rovinare le patinate vite dei personaggi di solito benestanti. E poi c'erano gli episodi "spinti", la droga, qualche disadattato della compagnia, ecc...
Il filo conduttore sottostante è la critica, o solo stigmatizzazione, della società benestante americana, e lo stile di scrittura nuovo, spezzettato, con gli inserti cruenti nei primi libri solo episodici, ed in generale la descrizione di situazioni promiscue dietro all'apparenza perfetta ed ordinata. Poi di ricorrente c'è la citazione palese di marche commerciali come status symbol (almeno così erano negli anni '80), e le citazioni dei pezzi musicali che si sentono (nel vero senso della parola, le ascoltano i personaggi) durante il romanzo, e che corrispondono principalmente ai gusti musicali pop/rock-sofisticati di Ellis stesso (in questo senso è emblematico il pezzo in cui fa la disamina del cambio di genere musicale dei Genesis dagli anni '70 agli '80, ossia dal cerebrale rock prog/psichedelico, al pop orecchiabile ben costruito ma molto più commerciale; e lui preferisce quest'ultimo... da bravo ragazzo degli '80).