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Proprio Ora Che Stavo Per Imbiancare Casa

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    neffa75
    Post: 5.989
    Registrato il: 13/11/2004
    Utente Master
    00 15/02/2013 22:17

    Una coppia in viaggio verso un parente:
    scarsa empatia, interessi diversi.
    Luogo tranquillo, abitanti condizionati da antiche leggende.
    Chiedere informazioni nel posto e nel giorno sbagliato
    potrebbe sconvolgere la calma apparente...
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    osmanspare
    Post: 150
    Registrato il: 23/05/2011
    Utente Junior
    00 17/02/2013 14:49
    E’ sicuramente un buon corto questo “Malombra- proprio adesso che stavo per imbiancare casa” (sottotitolo geniale una volta capito a cosa si riferisce…). Bello stile, buona regia, bella patina retrò, bravi attori, un personaggio simpaticissimo (il benzinaio), e una storia lineare e correttamente portata avanti.
    Ma è un corto perfetto? Beh, superficialmente si, ma se si scava un po’ in profondità non tanto.
    Sicuramente ben riuscito, ma con qualche tentennamento che ora andrò a descrivere.
    Non me ne vogliano gli autori: se lo faccio, o se farò notare cose marginali e di poca importanza ingigantendole, non è per condannare il loro lavoro sicuramente carino, ma per fare avere a tutti un’idea più chiara delle dinamiche che portano a creare un corto più o meno ben riuscito.
    Iniziamo dunque a raccontare la trama:
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    1.Due fidanzati stanno andando a far visita visita alla zia di lei. Lui sbuffa, è interessato solo ai soldi (caratterizzazione del personaggio che verrà utile dopo:ok). Si perdono, e finiscono a chiedere informazioni in un distributore chiuso, ma il cui proprietario è ancora lì dentro a guardarsi un porno, e che si rivela subito essere uno spaccone armato e grezzo che sembra uscito da un film di Tarantino – e parla allo stesso modo.
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    COMMENTO: parlando di stile, citare Tarantino è d’obbligo: tutto il corto è un omaggio allo stile pulp,a grandi linee ben riuscito…se non fosse che – come sempre accade – l’ambientazione italianissima un po’ smorza la nostra sospensione della credulità, rendendoci poco familiari e poco plausibili i personaggi e i loro dialoghi, forzati e sopra le righe.
    Credo che i problemi in questo caso siano essenzialmente due: non si possono sostituire come se niente fosse le strade di New York o la Route 66 con un distributore della Q8 e sperare che il pubblico non se ne accorga, ma soprattutto è quasi impossibile tentare di trapiantare personaggi come il benzinaio, che è troppo Americano nei dialoghi, nei modi e nelle pose. Per noi spettatori italiani è un po’ difficile immaginare di fermarci a far benzina ad esempio vicino a Perugia e trovare ad attenderci un benzinaio sboccato, zoppo, cazzone, maniaco sessuale e con un fucile a pompa in mano. Per cui, sebbene gli autori si siano sforzati e abbiano fatto un ottimo lavoro…a volte è solo questo “sforzo” che si vede, e non l’immaginario mondo nel quale pretendevano di catapultarci.
    Credo che parte del problema – non solo in questo corto ma in generale – sia il fatto che oltre allo stile pulp si cerca di ricalcare anche i personaggi, senza pensare al fatto che il pulp esagera, estremizza certe situazioni che in america fanno parte del folklore locale, mentre da noi non esistono. Ad esempio, lì da loro c’è la libera vendita delle armi, e assurdi personaggi di provincia come i rednecks o i fissati della difesa personale, contro il governo, rivoluzionari di provincia, ignoranti villici etc etc….o ancora benzinai che vivono nel retro del loro distributore…cosa che da noi invece non esiste.
    E’ come se io decidessi di girare un seriosissimo film di samurai usando attori milanesi che discutono dell’imperatore e di Tokio ambientandolo però nei campi coltivati dietro casa mia o in un casolare di contadini con appeso il calendario di Giannino Parrucchiere…impossibile!
    Ergo, quando si usa uno stile, il mio consiglio sarebbe quello di NON riprenderne anche le situazioni e i personaggi, ma adattare il tutto al nostro paese. Non sarebbe stato molto migliore il corto se il benzinaio fosse stato un vero napoletanone guappo, o un mafiosetto spaccone, che magari avesse parlato solo in napoletano stretto (con i sottotitoli)…e i due che si sono persi due Milanesi scesi al sud per visitare una lontana parente di lei? Si sarebbe mantenuto lo stile pulp ma non fingendo di essere in america, bensì facendo quello Tarantino fa nel suo paese: estremizzare,rendere “fichi”, e prendere in giro certi personaggi stereotipati o tipici delle periferie degradate!
    Il corto in parte lo fa, facendo dire al benzinaio qualche battuta in napoletano: la strada è quella giusta, ma andava percorsa fino alla fine…e inserendo due “Cùmenda” di Milàn si sarebbe potuto rendere il corto più “nostro”, fare dell’ironia anche cattiva, e fare anche un po’ di denuncia sociale. Con tre personaggi del genere le possibilità sarebbero infinite!
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    2.“Che volete?” chiede il benzinaio. “Dobbiamo andare in questo paese ma ci siamo persi.” “Entrate, coglioni, così mi dite che volete.Allora, che volete?” “ehm…volevamo andare in questo paese, ma ci siamo persi!”Un po’ pretestuosa come scena. Al primo dialogo si capiva subito cosa cercavano i ragazzi, il benzinaio avrebbe potuto dirglielo subito e mandarli via, soprattutto vista la storia che racconterà dopo: in una notte del genere è meglio restare asserragliati! Ma era necessario che i ragazzi entrassero perché la storia proseguisse, e gli sceneggiatori hanno un po’ glissato, senza preoccuparsi troppo del perché e percome.
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    3.Segue una parte che forse è la più “debole”: di punto in bianco, ed in italiano preciso e da libro di scuola, il benzinaio inizia a raccontare una storia che riguarda il passato del paese, come un attore di teatro che reciti un copione. Intendiamoci, tutti gli elementi sono al loro posto (la storia misteriosa, il narratore che piano piano avvince il suo pubblico, l’accenno all’oro che incuriosisce il personaggio avido, la superstiziosa leggenda che ci introduce alla seconda parte della storia…) peccato che tutto appaia un po’ pretestuoso, irrealistico, a partire dalla storia, dal modo in cui viene raccontata e dall’interesse improvviso – troppo, come se fosse scattato un interruttore – dell’avidone. La scena andrebbe rivista, perché non è molto naturale: “Devo andare a X”. “Bene, ma X è una merda. Tanti e tanti anni fa, d’in su la vetta di una torre antica di merda…” “WOW! Ma è interessantissimo!” tutto funziona…ma è sopra le righe, non so se mi spiego…
    Per tornare alla mia alternativa di prima, quella del Napoletano pulp contro i Milanesi, si sarebbe potuto fare in modo che il benzinaio raccontasse tutta la sua storia in dialetto, senza che i milanesi ne capissero un H, e magari la scena sarebbe stata più divertente: benzinaio che blatera di morti e zombies, milanesi che nn capiscono un cazzo ma dicono “uè, io non ci capisco niente, ma restiamo qui a sentire, che questo è un terrone, se andiamo via poi magari si offende!” e questa incomunicabilità si sarebbe potuta usare per tutto il corto, creando scene ora comiche ora ironiche ora serie, e molto efficaci!!!
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    4.Il benzinaio racconta la storia del Munaciello, che però è un riassunto lacunoso di una storia altrettanto lacunosa: nasce questo tizio deforme e zoppo e i suoi genitori decidono di mandarlo a vivere in un convento. Più tardi, non si sa come e in virtù di quali poteri, ricchezze o possibilità, questo Munaciello “sceglie quel paese perché aveva fiuto per l’oro e perché c’era una miniera” e diventa il “capo del posto”… (come? In che modo? Che significa “capo”? Ma non era povero in convento e disprezzato perché zoppo e deforme? Come ha fatto ad acquisire credibilità? E la miniera non era di nessuno? Nessuno la sfruttava?)…. I bifolchi, “una volta acquisita ricchezza e potere, divengono sempre più ingordi” e decidono di farlo fuori rinchiudendolo in una grotta “per liberarsi della sua ingombrante presenza”…. ( acquisita in che modo questa ricchezza? Con l’oro? Col lavoro per il Munaciello? E poi, egli non era un “buon diavolo” che ha aiutato tutti?)….e convinti che i benefici e le ricchezze venissero “da una sorta di poteri magici”…. (e per quale ragione? Cosa ha fatto il Munaciello per farsi considerare mago? C’entra forse l’oro? Lo teneva nascosto ai bifolchi? Ma i bifolchi avevano ricchezza e potere, è stato detto.)… Ma in breve tempo “andò tutto a puttane”, tutte le ricchezze vengono sperperate, e il paese ripiomba nella miseria …(e la miniera? )... Da allora, il Munaciello si vendica di tutti gli inetti e gli avidi “facendoli sentire come lui nella grotta”, cioè trasformando tutti in morti viventi….(quindi egli è morto nella grotta? Era davvero dotato di poteri o li ha acquisiti dopo la morte tramutandosi in spirito vendicativo? E che c’entra il trasformare tutti in zombies pericolosi con il desiderio del Munaciello di farli sentire come si era sentito lui nella grotta? Il Munaciello vuole colpire gli avidi o colpire tutti scatenandogli addosso gli avidi zombies? E’ buono, cattivo, pazzo?)
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    Come sopra, gli elementi buoni ci sono tutti, ma mancano un po’ di logica e approfondimento: narrare con più chiarezza la storia del Munaciello, invece di farne un racconto tirato via e confuso, avrebbe potuto rendere la vicenda più interessante e complessa; mentre così il tutto sa solo di elemento pretestuoso per far uscire gli zombies, e se ci sono significati ulteriori, la trama non chiara li disperde.
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    5.E arrivano appunto agli zombies...se lo sono veramente (ho il dubbio...e nel riassunto del corto si parla di "abitanti del paese CONDIZIONATI da antiche leggende"...sono forse dei malviventi che si travestono da zombies e fanno delle scorrerie? Se così fosse sarebbe un'idea simpatica e in tema con lo stile del corto....ma non capisco bene se sia così o meno, soprattutto per il fatto che più avanti il personaggio dell'avidone riappare con gli occhi mutati, come se si fosse "trasformato" anche lui...per cui il dubbio mi resta!)
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    6.Appaiono dunque dei loschi figuri dai dialoghi super-pulp che vogliono rapinare il distributore. Uno di essi è visibilmente ferito… sono dunque degli zombies rapinatori? Se lo sono però il nesso mi sfugge: sarebbe questa la “vendetta del Munaciello”? E a che scopo trasformare in cattivi morti viventi la gente comune? Faccio il tifo per i "ragazzi che si ispirano alla leggenda", ma non so che dire... sospetto anche ci sa una sorta di critica e una descrizione di un certo modo di vivere…ma non riesco a coglierla….
    Il benzinaio uccide uno zombie, ma il personaggio dell’avidone lo uccide a sua volta, passando dalla parte dei rapinatori e prendendo proprio la sua donna in ostaggio. Ha gli occhi bianchi, e sembra dunque che si sia trasformato anche lui…ma come è successo? Fino all’attimo prima era vivo a tremava di terrore…E’ stato morso? E’ stato lo spirito del Munaciello? Ma se è così ci chiediamo ancora: per quale motivo? Solo per seminare caos?
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    Segue sparatoria finale, ben riuscita, anche se troppo spesso i cattivi si limitano a puntare la pistola contro il loro avversario dandogli tutto il tempo necessario per prendere a sua volta un’arma, prendere la mira e farli fuori.
    Muoiono tutti a parte la ragazza, che zoppicando vistosamente si avvia a piedi verso il paese. A parte la scena molto stilosa mi chiedo: perché la ragazza zoppica visto che non è stata colpita da nessuno? Perché se ne va a piedi e non in auto? Perché poi se ne va, invece di rinchiudersi all’interno del distributore e chiamare la polizia? Fare scene “stilose” va bene, ma bisognerebbe non dimenticarsi mai del fatto che ogni cosa dovrebbe avere dei fondamenti logici, oppure – se la scena è concepita logicamente – bisogna ricordarsi sempre che scene chiarissime per noi autori che conosciamo la storia possono essere meno chiare per il pubblico, perché le spieghiamo male, o ci dimentichiamo di spiegarle…proprio perché noi sappiamo già a cosa servono, mentre il pubblico lo ignora e deve essere portato a capirlo da solo.
    Mi do una spiegazione: il benzinaio zoppo era il Munaciello, alla sua morte lo spirito si trasferisce nel corpo della ragazza che diventa zoppa e porterà avanti la vendetta dello spirito. Potrebbe essere un'idea carina, ma è' così? non credo, ma comunque non ci sono elementi per sostenere questa ipotesi...
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    Concludo dicendo che il corto rimane molto valido, molto simpatico, scorrevole, davvero ben girato e ben recitato. Una prova molto buona, che però avrebbe potuto essere migliore se il regista o gli autori avessero cercato di essere più personali, non limitandosi a “copiare” un genere e dei personaggi ma riflettendo di più sulla loro storia e sulle sue possibilità.
    Sospetto che la storia non sia solo semplicistica, ma che contenga elementi di critica sociale sulla situazione del sud e di certi paesini…forse gli autori potrebbero confermarmelo…ma se così è devo ammettere che tali elementi sono quasi impossibili da capire. Forse una persona che fosse di quelle parti avrebbe colto certi riferimenti…ma io confesso di non esservi riuscito, né la storia conteneva mezzi per farmeli comprendere. Stessa cosa per la trama, non ci sono elementi per capire se ci sia nei personaggi, nella leggenda, nello svolgimento, nelle trasformazioni, più di quello che appare ad una prima visione e lettura.
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    Come accennavo prima avevo fatto anche un’altra ipotesi: forse il Munaciello è in realtà il benzinaio, e ora vive dopo la “morte” facendo quel lavoro, fregandosene di tutto e di tutti, dimentico del paese che un tempo cercò di salvare e che ora invece odia? Non saprei…non credo sia così… forse si...però se lo fosse stato il corto sarebbe stato ancora migliore.
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    In ogni caso un “bravi” a tutti gli autori. Come dicevo all’inizio, ho ingigantito elementi che non sono poi così essenziali, ma questo non significa che non abbia apprezzato il vostro buon lavoro. E complimenti di nuovo anche al divertentissimo benzinaio.
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    osmanspare
    Post: 151
    Registrato il: 23/05/2011
    Utente Junior
    00 17/02/2013 14:50
    porca puttana, un papiro! dovrò iniziare a farmi pagare per scrivere tutta questa roba...ahahahaha