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A.Z.A.S: ALL ZOMBIES ARE STUPID di Roberto D'Antona

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    The Reign of Horror
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    Registrato il: 12/10/2004
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    00 28/05/2013 15:22
    TITOLO CORTOMETRAGGIO: A.Z.A.S: ALL ZOMBIES ARE STUPID (episodio pilota)

    LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:


    REGIA: Roberto D'Antona

    ATTORI PRINCIPALI: Roberto D'Antona, Francesco Emulo, Michele Friuli, Biagio Sampietro, Federica Gomma, Gianni Navolio, Mattia Dragone, Mirko D'Antona.

    SCENEGGIATURA: Roberto D'Antona

    MUSICHE: Andrea C. Pinna

    FOTOGRAFIA: Roberto D'Antona/Michele Friuli

    MONTAGGIO: Roberto D'Antona

    BREVE SINOSSI:
    VINCITORE AL "LA WEBFEST 2013" A LOS ANGELES DI 5 PREMI:
    - Miglior Regia (DIRECTING) ROBERTO D'ANTONA
    - Miglior Produzione (PRODUCING) ROBERTO D'ANTONA - FRANCESCO EMULO - MICHELE FRIULI
    - Miglior Colonna Sonora (SCORE) ANDREA C. PINNA
    - Migliori Effetti Sonori (SOUND DESIGN) ANDREA C. PINNA
    - Migliori Effetti Visivi (VISUAL SPECIAL EFFECTS) AARON GONZALEZ

    Vincitori per la sezione: SCIENCE FICTION, FANTASY, HORROR, OR TRANSLATED SCIENCE FICTION SERIES - COMEDY

    "In un lontano paese chiamato Carson City, vivono due grandi amici, Robin D'Amico (Roberto D'Antona) e Frank Enselmo (Francesco Emulo), giovani ragazzi appassionati di tutto ciò che ha a che fare con i morti viventi.
    Il loro sogno più grande? UN'INVASIONE DI ZOMBIE.
    Docky (Michele Friuli) un dottore leggermente psicopatico, nonché miglior amico dei due ragazzi, viene alla scoperta del VIRUS T-ICK, ossia un virus in grado di portare in vita i morti, a conoscenza di tutto questo ne viene il Sindaco Fossi (Biagio Sampietro), che darà l'ordine ai suoi "scagnozzi" di spargere il virus nel paese per costruirci un nuovo parco divertimenti, lo ZOMBIE PARK, così da poter diventare ancora più ricco.
    Cosa aspetta ai due giovani amici molto imbranati?
    FUGGIRE DA QUESTO POSTO!! Tra violenza, parolacce, sparatorie, citazioni e tante, tante TANTE RISATE, un'avventura indimenticabile divisa in 5 episodi, una web series horror/comica realizzata dai creatori di "DYLAN DOG: IL TRILLO DEL DIAVOLO" e "SCARY TALES".

    BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Roberto D'Antona, giovanissimo regista della provincia di Taranto, fondatore della produzione cinematografica indipendente "GRAGE PICTURES", regista del Fan-Film "DYLAN DOG: IL TRILLO DEL DIAVOLO" vincitore del premio MIGLIOR FAN FILM 2013 al "Cartoomics: Fan Film Festival 2013" a Milano e finalista del FI PI LI HORROR FESTIVAL 2013 di Livorno nella sezione FAN FILM, regista della serie (ancora inedita) thriller "JOHNNY" finalista (nella sezione cortometraggi l'episodio pilota) del FI PI LI HORROR FESTIVAL 2013, selezionata ufficialmente al "CALIFORNIA FILM AWARDS 2013" a San Diego, la serie verrà trasmessa in varie reti televisive.

    LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO (EPISODIO PILOTA):
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    boskoz
    Post: 2.105
    Registrato il: 26/01/2010
    Utente Veteran
    00 28/05/2013 20:17
    Ritorna al nostro Fest il regista Roberto D'Antona e lo fa ad un anno di distanza dalla sua puntata di Scary Tales dal titolo “Violenza Notturna”. La sua decisione è stata quella di mantenere invariato il format, proponendoci infatti ancora una volta la puntata (stavolta pilota, la prima) di un altra webserie, tale A.Z.A.S: All Zombies Are Stupid.

    Cosa dire riguardo questo regista, se non che oltre a mantenere invariati i suoi prodotti (per lo meno quelli che vengono iscritti a questo Fest) mantiene anche invariati gli stessi schemi qualitativi, nei pregi e nei difetti. Per chi vi scrive infatti, guardando questa puntata di AZAS, sembra di vedere esattamente l’Antona di Scary Tales, e quindi dovrò andare inevitabilmente a ripetermi nel guidizio: la passione è tanta e si vede, la regia è capace, la cura realizzativa sbalza dal molto buono al molto scarso, per esempio il make up zombie è decisamente buono, ma d’altro canto l’audio dei dialoghi è pessimo per tutta la puntata, con un rimbombo ambientale che sarebbe il caso di sistemare procurandosi un microfono adatto. Buona invece la scelta musicale dei brani e degli effetti sonori, come pure il loro utilizzo. Sceneggiatura che non posso giudicare da solo la prima puntata, ma che non sembra eccessivamente brillante.

    Poi ci sono anche i difetti veri. Proprio come nella puntata di Scary Tales che vidi, le battute non fanno ridere, non c’è niente da fare, e poi c’è la recitazione, in grado di annoiare quasi immediatamente. Come scrissi l’anno passato, nei cortometraggi amatoriali la “scarsa recitazione” si può benissimo scusare, anzi è praticamente la norma in prodotti di questo tipo nei quali nessuno personalmente è attore esperto (o tanto meno ne ingaggia), ma quella che si vede qui non è “scarsa”, è una recitazione VOLUTAMENTE sopra le righe, esagerata, estrema…se non si è in grado di farla si rischia di risultare persino antipatici. In entrambe le webeserie targate D’Antona TUTTI i personaggi recitano a questo modo. Personalmente mi suscitò queste emozioni Scary Tales e la cosa si è ripetuta in Azas, mio parere personale ovviamente, ma tutta questa “sovrabbondanza espressiva” buttata lì mi suscita antipatia. Sembra un teatrino, sembrano tutti “Aldo” del trio di Aldo Giovanni e Giacomo, senza essere capaci di imitarlo. E’ un po’ troppo.

    Non fraintendetemi, antipatia SOLO nei confronti dei personaggi, sia ben chiaro che non ho niente contro le persone vere.

    Tutto sommato si può guardare, non mi sento di sconsigliarlo a qualcuno, ma il mio desiderio più grande sarebbe quello di vedere un giorno il signor D’Antona in concorso con qualcosa di autonclusivo, un corto che non sia serie Tv, e magari non comico in stile teatrino, perché le potenzialità ci sono.
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    osmanspare
    Post: 172
    Registrato il: 23/05/2011
    Utente Junior
    00 29/05/2013 23:29
    Ritorna Roberto D’Antona, che l’anno scorso “maltrattai” con una delle mie recensioni più cattive, nella quale – escludendo la tecnica, che si intuiva buona – condannavo praticamente tutto il suo corto: tema, sviluppo, storia, comicità, e approccio alla materia cinematografica. Insomma, mi ero superato.

    E quest’anno eccolo di nuovo qui, con una nuova opera forte di cinque premi vinti in America. Sta forse cercando di impressionarmi? Crede forse che sarò meno crudele con lui?

    Si rassicuri e non si offenda l’autore: sto solo scherzando. E questa volta non lo condannerò: sono infatti contento di dire che la sua Web Serie A.S.A.S. è divertente, ben girata, ben recitata, ben riuscita.
    A dire il vero rimangono un paio di piccoli elementi negativi; elementi che sono sempre gli stessi – finora - in tutte le sue produzioni, anche se non posso definirli “errori” in senso stretto: si tratta di scelte espressive, per me a volte troppo superficiali ed esagerate, ma che altri di certo apprezzeranno, e che in fondo non stonano in una web serie comica, ironica, citazionistica fino all’estremo quale è questa AZAS.

    La prima scelta che mi lascia perplesso è una certa (consapevole o meno) incapacità del regista di mantenersi serio anche quando la situazione lo richiederebbe: il lavoro di D’Antona, infatti, mi fa l’effetto di un carro funebre sparato a 200 all’ora in una stradina di campagna, accompagnato da (pochi) parenti afflitti e da molti altri venuti per circostanza, per passare il tempo o per farsi due risate. I tristi e piangenti fanno del loro meglio per dimostrarsi straziati dal dolore, e cercano di star dietro all’automezzo, ma quello sgomma e parte, bisogna correre tenendosi il velo o il cappello, e in breve si trasforma tutto in sarabanda, tanto che quando si vede qualcuno che è triste sul serio…non si riesce proprio a crederci! Una regia sempre e volutamente sopra le righe,dunque, molto cosciente di sé, forse troppo, tanto che lo sforzo espressivo travalica le necessità delle singole scene. E’ una regia ansiosa di comunicare, che ti prende a schiaffoni in faccia… il che è sicuramente un pregio, ma può creare situazioni difficili da gestire, soprattutto quando è il caso di essere “misurati” nel comunicare – come appunto accade negli intermezzi “seri”.

    Il secondo “difetto” si collega un po’ al primo, in quanto si riferisce alla recitazione altrettanto “sopra le righe” di molti personaggi, soprattutto il duo dei protagonisti (per non parlare dell’urlatore-casinista Docky!). Bravissimi, per carità: passione e impegno invidiabili; ma anche qui vi trovo un’enfasi in alcuni punti troppo esagerata . Con questo non voglio dire che la tecnica è sbagliata (è adatta alla serie, e le conferisce personalità) ma accade spesso che ogni cosa all’interno del corto, anche l’azione, si fermi, si congeli per permettere ai due istrioni di fare le loro battute comiche; battute in alcuni casi si dilatano a lungo, troppo a lungo, con gran sfoggio di voci e mimiche. E ripeto: bravi, dieci e lode, l’impegno è gigantesco, ammirevole… ma qualche pezzo di bravura andava tagliato, o tolto, o sostituito con qualcosa di meno sfarzoso e più …forse “sottile”, acuto, badando più a cosa si trasmette piuttosto che COME lo si fa. La narrazione, a mio parere, non dovrebbe “stopparsi” per permettere l’assolo dell’attore di turno… in questo modo i tempi narrativi si dilungano troppo, e il ritmo ne risente negativamente.

    Passiamo però ai pregi, che sono molti. Come detto la regia è a volte troppo “agitata”… ma quando centra il modello espressivo è davvero ben riuscita. La storia ha una sua base, uno sviluppo forse troppo semplicistico ma promettente, c’è una gran varietà di personaggi e situazioni (ottima in assoluto la scena della zia chiusa in cantina “perché si concentra meglio quando cuce”: situazione e regia azzeccatissime… e soprattutto non strillate. Ottima idea di contorno!). C’è un bello sviluppo anche dei personaggi secondari (come gli scagnozzi del sindaco con l’ “asciugatore di sudore” che neanche dopo la morte dimentica il suo ruolo) c’è l’Italia, finalmente (ecco, io avrei tolto i nomi americani e “Carson City”… ambientiamoli a casa nostra questi corti, dato che non abbiamo niente da invidiare a nessuno!)… l’Italia calda e assolata, assolutamente priva di ombre e buio, dal cielo blu, ben diversa da quella uggiosa e nebbiosa dei registi “padani”, e che è davvero splendida con quel sole onnipresente! Che altro? Bel montaggio, musiche simpatiche, davvero efficace la sigla, il primo episodio – sebbene con qualche superficialità, inquadra bene il contesto, inserisce tutti gli elementi necessari più qualche trovata ironica potenzialmente ben riuscita, non annoia, intrattiene, diverte, affascina. Per cui, caro regista, il lavoro è ben fatto: non un capolavoro assoluto ma sicuramente ammirevole.

    In conclusione, i consigli che darei io sono:
    1.abbassare i toni della regia (far rallentare di tanto in tanto il carro funebre) 2.essere meno istrionico e meno esagerato con la recitazione, e meno lungo coi tempi comici e coi duetti. 3.maturare, essere più “sottile” con storia ed ironia (ma questo lo dico un po’ a tutti). 4. usare l’America come spunto e iniziare ad essere più personale, a raccontare magari LE PROPRIE storie, ambientate nel PROPRIO mondo.

    In conclusione, il mio parere su D’antona è che è un regista più bravo di quello che lui stesso crede di essere, tecnicamente freschissimo, con un gran senso del ritmo, che per dare il meglio di sé ha sicuramente bisogno di un po’ più di maturità e consapevolezza, ma che ha già raggiunto livelli invidiabili, e promette tantissimo. Da una persona con un talento espressivo istintivo, innato e potente come il suo c’è da aspettarsi molto, e sono sicuro che si sarà modo di vedere ulteriori sviluppi della sua creatività.

    Un saluto.

    PS: come esige il concorso, in questa recensione mi sono più o meno limitato a valutare l’episodio proposto dal regista; ma - vuoi per curiosità, vuoi per “omaggio” nei confronti di un autore che avevo bistrattato - la sua web serie me la sono guardata tutta, rimanendone soddisfatto: si confermano tutti i pregi del primo episodio, si conferma la potenzialità dello stile, la grande varietà di situazioni e personaggi e l’impegno profuso. Da qui in avanti credo che non potrà che migliorare i risultati già ottimi che sta ottenendo.
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    Luca Zanovello
    Post: 85
    Registrato il: 05/04/2011
    Utente Junior
    00 04/06/2013 02:35
    Primo episodio di serie web con taglio nettamente più comico che horror, tanto che l’elemento zombie compare solo in chiusura e in chiave parecchio (eccessivamente!) caricaturale. Evitando di focalizzarsi sul versante ironico e concentrandoci sul fattore horror, non posso dire che ci sia molta “carne” al fuoco. Anzi, quasi nulla. Prodotto fuori schema, che però in questa sede ha pochissimo da dire e si fa dimenticare in fretta.
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    Kissoon
    Post: 16.527
    Registrato il: 21/10/2005
    Utente Gold
    00 06/06/2013 15:21
    Molto divertente e tecnicamente valido. La recitazione mi è piaciuta, anche se fin troppo enfatizzata e portata all' eccesso, ma era questo l' intento credo. Ennesimo corto serializzato, e mi ripeto non capisco il senso della cosa. Come si può giudicare un episodio di una serie in un fest del genere. Finisci la visione e ti rimane tutto in sospeso, qualcosa che andrebbe continuato di vedere. Ecco questa è la sensazione, la curiosità di vedermi la serie c'è, mi ha convinto, i personaggi sono spassosi, i dialoghi divertenti e le musiche congeniali. Purtroppo siamo in un festival e bisogna premiare altri elementi che questo corto purtroppo non trasmette, perché si arriva alla fine e ci si domanda " e adesso" ?



    Io Sono Leggenda







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    GIOLE
    Post: 151
    Registrato il: 13/10/2004
    Utente Junior
    00 08/06/2013 22:06
    Una delle cose che mi fanno maggiormente inorridire ( per non dire incazzare ) nei film, cortometraggi compresi, è un tipo di recitazione "sovraeccitata". Questa viene spesso utilizzata in film comici di serie Z ma anche in diversi horror scadenti ( come per esempio nel pessimo "Il ritorno dei morti viventi 2" o in tutti gli "Scary movie" e via dicendo ).
    Già questo aspetto basterebbe ad affossare un cortometraggio.
    I protagonisti vorrebbero, con il loro tipo di recitazione, divertire ma riescono paradossalmente ad apparire antipatici e fastidiosi.
    "A.Z.A.S." è fortemente condizionato da questa messa in scena e, a peggiorare le cose, una sceneggiatura molto poco ispirata e a nessun momento "comico" o "horror" azzeccato: il corto non fa ridere e non spaventa.
    Passabile la messa in scena mentre ho trovato molto interessante il make up degli zombi.
    Ultimo corto visionato prima di mandare i giudizi al buon Visani.
    Mi aspettavo una sorta di "ciliegina sulla torta" e, invece, ho trovato un nocciolo duro da digerire.