00 30/05/2013 21:21
Ecco un corto che mi ha fatto venire in mente – nel bene e nel male – i tempi in cui “amatoriale” voleva dire davvero “amatoriale”; gli anni in cui un corto si organizzava in salotto con gli amici, senza alcun mezzo tecnico a disposizione, cercando di tirare fuori uno stile dal nulla, e con una storia che il più delle volte era frammentaria come il resto degli elementi.
Ecco, “Evil Doll” è esattamente questo; e per quanto sia visibile ed encomiabile la passione del suo autore – che ringraziamo e col quale ci complimentiamo per il lavoro svolto – ci sono molti elementi che, come in quei corti di un tempo, lasciano perplessi.

Il filmato è apparentemente povero in tutti i sensi, a partire dalla scelta stilistica di girare tutto in b/n, fingendo che il film abbia cent’anni, fino alle scelte tecniche e di ripresa e l’uso dell’audio in presa diretta. Ci sono molte imprecisioni, alcune ingenuità, e scene che faticano ad essere comprese.

Questo mi porta a parlare della trama, che rappresenta il centro dei miei dubbi: il corto è interpretabile in due maniere, una delle quali è ingenua e poco logica, mentre l’altra darebbe una maggiore coerenza e profondità alla storia. Purtroppo il modo in cui questa storia è narrata ci offre pochi appigli per capire quale delle due maniere è corretta… la sinossi dell'autore mi porterebbero a credere che la “vera” versione sia quella soprannaturale, ma certe scene palesemente implausibili, e soprattutto l’inquadratura finale, sembrano suggerire un’interpretazione del tutto opposta….tanto che mi viene il dubbio che invece la storia ci sia, ma che il regista non sia stato capace di comunicarcela alla perfezione. Magari proprio l’autore potrebbe venirmi in aiuto??

In ogni caso, metterò qui le due versioni della storia che ho percepito:

VERSIONE UNO: una ragazza triste, vittima di un compagno violento, riceve un pacco: all’interno c’è una bambolina che la seduce misticamente, e nella quale lei capisce trovarsi intrappolata l’anima di un suo ex morto ormai da due anni. La ragazza accetta senza battere ciglio questa situazione, forse perché la bambola ha preso il controllo della sua mente, e non fa una piega neppure quando il giocattolo assassino, che sembra aver preso vita e capacità di movimento autonomo, uccide una sua amica che è venuta a trovarla. La bambola fa poi trovare alla sua ritrovata fidanzata un bel regalo: la testa mozzata del suo nuovo compagno. Nel finale vediamo la ragazza completamente impazzita, convinta di avere la colpa degli omicidi, durante un attimo di lucidità mentale in cui riesce a sottrarsi all’influenza della bambola.

Questa versione è la più debole, dato che la trama è poco logica e mostra fatti dei quali è difficile capire il senso. Chi ha spedito il pacco? Come mai l’anima del ragazzo morto è finita nella bambola? Come mai arriva solo a due anni dalla sua morte? Come mai la ragazza accetta subito la bambola e intuisce senza fare una piega che lì dentro si cela l’anima del ragazzo? (beh questo è forse spiegabile: la bambola ha poteri che le permettono di plagiare la ragazza) Perché la bambola uccide l’amica di lei? E perché la protagonista non si stupisce di tale morte né si preoccupa del cadavere? Da dove salta fuori il secondo pacco con la testa del marito? E cosa significa la pazzia finale? Se il corto si limitasse a questo, ci sarebbe ben poco da dire, e la lista degli errori sarebbe molto lunga.

VERSIONE DUE: la protagonista del corto è pazza. Si è auto spedita un pacco con all’interno una bambola, nella quale crede esista l’anima del suo ex morto da anni che ora torna da lei. In realtà la persona che uccide l’amica ed ha già ucciso il marito è proprio la nostra protagonista, la quale però essendo pazza ha organizzato il tutto come se le morti fossero i “doni” che il suo ex le ha fatto ora che è tornato da lei. In questo senso anche il finale assume un minimo di senso: la protagonista ha un attimo di lucidità nel quale si rende conto di ciò che ha fatto, per poi ripiombare subito dopo nella sua follia. In pratica, la vera “evil doll” è lei!

Questa versione ha più senso, e eleverebbe la qualità di tutto il corto, trasformandolo in un prodotto un pò più raffinato, e dando senso logico a molte delle scene che viste da un diverso punto di vista risultavano implausibili. A sostegno della veridicità di questa tesi ci sono pochi elementi: prima di tutto il finale, secondariamente il fatto che lei, nel momento in cui vede il corpo della ragazza uccisa dica alla bambola “ma cosa hai fatto? Avremmo comunque festeggiato dopo!”, che mi pare voglia dire “perché l’hai fatta fuori subito? L’avremmo cmq fatto insieme più tardi!”…dopodiché eccola tutta felice perché la bambola le ha fatto trovare non si sa come un altro pacco regalo sopra la tavola.

Volendo esiste anche una VERSIONE TRE: nella bambola c’è davvero l’anima malvagia del ragazzo morto, che però usa lei per compiere gli omicidi. Lei se ne rende conto solo per un attimo alla fine, ma subito dopo ricade nella malìa della bambola, che l’ha plagiata fin dall’inizio.
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Ora il dilemma è: quale versione è quella vera? E non è un problema da poco, proprio perchè molti elementi che sembrano palesemente errati e ingenui in una versione, acquistano senso nell’altra. Ad esempio i repentini cambi di umore della protagonista, che all’inizio del corto se ne sta a piangere sconsolata ma che in un attimo diventa felice come una pasqua quando le viene recapitato il pacco: se stiamo descrivendo una persona normale la scena è brutta (i motivi li scrivo sotto, a parte, così potete evitare di leggerli se non vi va) ma se stiamo parlando di una persona pazza, che sa benissimo cosa c’è nel pacco perché ce l’ha messo lei, e che sta evidentemente “recitando” uno schema che lei stessa ha ideato, allora tutto acquista un senso!

MOTIVI PER I QUALI LA SCENA E’ BRUTTA SE LA PROTAGONISTA NON E’ PAZZA: Il personaggio di lei è didascalico: piange disperata perché DEVE farci vedere che è triste, ma diventa in un istante felicissima non appena arriva il pacco; inoltre usa dialoghi che servono solo a informare lo spettatore, come “domani è il mio compleanno…chi mi avrà mandato questo pacco?...è il mio ex, ma è morto due anni fa!...devo avvisare la mia amica… oh amica mia, sai cosa mi è successo? Mi è arrivato un pacco dal mio ex morto… no, il mio compagno è cattivo, mi fa delle cose, ma per fortuna ora non c’è…”etc etc – Il passaggio dalla tristezza all’euforia è troppo repentino, andava studiato meglio, anche togliendo il pianto iniziale. Sapremo poi che la ragazza è triste perché il suo ragazzo è un violento, ma dirlo in maniera così plateale per poi dimenticarselo non appena il contesto della scena cambia è poco credibile. Sarebbe stato più opportuno – non lo dico per criticare ma per ragionare – introdurre la cosa con più sottigliezza… magari facendo vedere lei triste davanti alla televisione, non rilassata ma un po’ depressa, o scocciata… Poi il suono del campanello che le provoca una reazione di ansia, lei che dubita e perde tempo indecisa prima di aprire, e infine il suo sollievo quando scopre che è il postino, e la stanca curiosità quando si trova tra le mani il pacco, che osserva senza aspettarsi niente, e che le provoca improvviso ribrezzo quando scopre il nome del mittente. La scena è simile a quella che abbiamo visto – che non è sbagliata di per sé, ma troppo retorica – ma in questo modo abbiamo meglio introdotto il concetto che in lei qualcosa non va senza esagerare con informazioni e sbalzi d’umore.

Altra cosa che sarebbe stato meglio evitare è il “postino fantasma” che bussa, entra da solo senza aspettare e rimane dietro la parete della scala nel silenzio più assoluto. E’ chiaro: non ci sono i mezzi, il postino è forse “interpretato” dalla ragazza che poi farà la parte dell’amica…ma la scena in questo modo perde credibilità! Perché allora non ovviare alla mancanza di postini facendo sentire solo il suono di un campanello che suona (magari forte, fortissimo, a lungo) e poi far vedere la protagonista che esce e trova il pacco abbandonato davanti alla porta di casa sua?
Altra questione forse retorica ma che merita una nota: se dentro la bambola che sta nel pacco c’è l’anima del fidanzato morto della ragazza, sarei curioso di sapere come ha fatto tale fidanzato ad andare alla posta, scrivere il mittente sul pacco, pagare e poi farlo spedire. Forse la bambola ha plagiato qualcun’ altro prima di volare lì? Beh, ma allora poteva farsi “consegnare” di persona. Meglio sarebbe stato allora togliere ogni accenno al postino, così come in generale è sempre meglio TOGLIERE tutti quegli elementi che non si è in grado di riprodurre alla perfezione ( o perlomeno in modo credibile) piuttosto che tentare la fortuna con un surrogato non all’altezza.

Stesso discorso si ha per le scene successive: la bambola fluttua e si muove o è lei che è convinta che lo stia facendo? In alcune scene sembra che sia tutto finto, in altre sembra tutto vero, con la bambolina a mezz’aria e che si sposta insieme a lei. Il peggio si ha quando poi arriva l’amica e la protagonista sale le scale per andare a prendere il vino: nella prima parte della scena vediamo che l’amica resta sola al piano di sotto con la bambola…ma non appena la protagonista si avvicina alla cucina al piano superiore, vediamo che la bambola è già arrivata lassù, come se l’avesse preceduta…e come è possibile tutto ciò se la bambola non è uno spirito ma è mossa dalla cattiva protagonista? Allora forse la bambola è davvero uno spirito… ma allora cosa è venuta a fare? a trovare la ragazza? a portarla via con sè? a liberarla dal cattivo compagno? e perchè uccidere anche la sua amica?

Nel finale, poi, la ragazza trova un pacco sopra il tavolo (spuntato da chissà dove) che contiene (credo) la testa mozzata del suo violento fidanzato. E’ la bambola che ha mozzato la testa e l’ha fatta comparire magicamente (poco plausibile VERSIONE UNO) o è lei che ha preparato lo “spettacolo”, dato che il marito lo aveva già ucciso in precedenza?

Non aggiungo altro, se non che il dilemma resta. A favore della pazzia di lei ci sono quelle due o tre scene che sembrano suggerire una storia molto più complessa di quel che sembra ad una prima visione, e che danno senso a tutto il corto. Esempio: quando nel finale lei appare di colpo seduta per terra con le mani sporche di sangue e dice “non sono stata io…non sono stata io…”, le mani sporche sembrano suggerire che è lei la colpevole dei delitti. MA mi pare che intenzione del regista fosse quella di girare un corto sulle BAMBOLE assassine, e non sulle ragazze, per cui credo che dovremo tenerci i dubbi e gli errori.

(Se invece è stata la bambola come mai lei – che l’attimo prima era così felice – ora piange e si dispera e pensa di essere la colpevole? E’ stata lei sotto l’influsso della bambola? E quando poi fa quel macabro sorriso cosa è successo, invece? Mah…)

Onestamente, credo che sia necessario lavorare di più sulla comunicazione e sulla comprensibilità.

Attendo lumi. Un saluto all’autore.