00 31/05/2014 15:25
state pure seduti
Maglietta Bianca e Cappellino Verde sono due amici con il vizio di uccidere donne e scoparsele. Questo però non li rende immuni ai problemi della vita di tutti i giorni, le delusioni d’amore, il senso di vuoto, le sconfitte, la crisi dei quarant’anni; di fronte alle quali l’aver ucciso una ragazza diventa – per loro – una cosa di nessuna importanza, roba che non vale nemmeno la pena di discutere se non per fare qualche apprezzamento a proposito degli occhi e delle gambe della loro vittima, oggetto in tutto e per tutto, neppure degna del ruolo di “agnello sacrificale” grazie al quale punire il “mondo crudele”. No: la ragazza che sta nel bagagliaio della loro auto è semplicemente un passatempo neppure tanto divertente, è qualcosa da fare quando ci si annoia un po’, e nemmeno con troppa convinzione.
.
Contenuto elegante, sottile, simpatico, promettente – inserito in un corto tecnicamente ben realizzato, con una bella cura dedicata a luci e montaggio, con i due bei inserti paesaggistici iniziali e finali, e la MOLTO simpatica scelta dei titoli di coda subacquei. Bravi anche gli attori – anche se a dire il vero a volte davano l’impressione di essere Aldo, Giovanni e Giacomo senza Aldo, o una coppia di vecchie checche (scusate tanto…cerco solo di essere sincero, senza voler fare polemica o stupida ironia a spese di persone che si impegnano in ciò che fanno).
.
Il problema qual è? Beh, il problema è che qui abbiamo 18 minuti di corto composto esclusivamente da due personaggi seduti in un’auto che – a volte in modi didascalici e poco realistici – parlano della loro vita in maniera da mettere in luce i loro rispettivi punti di vista. E stop.
Poteva andare bene per tre minuti. Forse per cinque. Ma NON per diciotto. Se invece di DESCRIVERE la loro vita i due l’avessero VISSUTA, se invece di restare seduti avessero compiuto delle azioni – e tramite quelle azioni avessero dimostrato che tipo di persone erano e come la pensavano – allora forse il corto sarebbe stato davvero ottimo, e soprattutto la storia avrebbe meritato di essere narrata per immagine, cosa che invece non è.
Se infatti si chiudono gli occhi e ci si limita ad ascoltare il corto, esso risulta completamente comprensibile. Narrato, scritto su una pagina, sarebbe stato ugualmente comprensibile. E dunque a cosa è servito usare le immagini per raccontare una storia fatta di parole?
.
Non so se sono stato chiaro, ergo mi spiegherò con un esempio.
Esempio 1: Mario e Ciccio sono due amici. Incontrano una donna per strada. Quando lei passa davanti a loro, Mario lancia un fischio d’ammirazione. La donna si gira, espressione offesa in volto. Mario ride, tira fuori la lingua e la muove vorticosamente simulando di leccare qualcosa. Ciccio, vedendolo, gli molla uno spintone e sorride alla ragazza facendo spallucce. Mario si offende, va dall’amico e gli molla un pugno. Ciccio si piega in due, senza fiato, e cade a terra. Mario lo guarda con disgusto, e poi si gira verso la donna, le sorride e le fa l’occhietto. La donna spaventata corre via.
Esempio 2: Mario: “oh, a me la figa mi piace. Mi piacciono le donne e la figa. Non sono come te che sei sempre tutto serio e castigato. Quando passa una donna fai tutto il cavaliere, quando invece dovresti palparle il culo. Alle donne piace, son tutte troie!”
Ciccio: “Dai, lascia perdere, lo sai che a me non piacciono queste cose.”
Mario:” Eh già, tu sei un signore. Il signor Stronzo!”
Ciccio: “e smettila di usare queste parole, per favore. Lo sai che non lo sopporto. Cosa credi di dimostrare comportandoti in questa maniera? Credi forse di renderti simpatico? Ebbene, non è così, sappilo!”
Mario: “Cosa dimostro? Che io scopo, e tu no!”
(ripetere frasi simili a queste per 20 minuti)
..
Due esempi, due modi di narrare, lo stesso risultato: Mario è un burino volgare e violento. Mario è serio e signorile. Solo che nel secondo esempio i personaggi si sono limitati ad agire, descrivendosi velocemente e nello stesso tempo portando avanti l’azione (le due cose avvengono in contemporanea), e nel primo caso sono stati immobili per un tempo interminabile a descriversi usando le parole, senza fare praticamente nulla.
Come ripeto: può andare più che bene per un libro, ma per il cinema è decisamente poco. Personalmente, capite le psicologie dei personaggi e quello che cercavano di dimostrare con i dialoghi, ho faticato a continuare la visione, mentre mi sarei di certo divertito di più se il corto avesse raccontato TUTTA la storia, dal momento in cui i due si incontrano, vanno dalla donna, la adescano, la portano in un luogo nascosto e poi---colpo di scena!--- la fanno fuori e se la trombano con violenza e sangue! In questo caso i personaggi si sarebbero descritti da soli con pochi dialoghi ma soprattutto con i loro modi di reagire durante l’incontro, l’adescamento, l’omicidio, la violenza. Sarebbe bastato all’autore mettere i due in situazioni che avrebbero facilitato ad entrambi l’espressione del proprio carattere: uno che uccide con gusto, l’altro che lo fa quasi annoiato, continuando a parlare della moglie che lo ha lasciato mentre il sangue scorre e l’altro gli dice di darsi una mossa e tenerla ferma quella TROIA!.
.
Ecco: se fosse stato così il corto avrebbe avuto una storia, uno svolgimento, sarebbe stato interessante, avrebbe riservato anche qualche colpo di scena, sarebbe stato più d’impatto, più potente e suggestivo. Così, invece, dobbiamo accontentarci di due persone sedute in un auto. Un po’ poco per un corto realizzato con grandissima cura, con una regia valida, con qualche buona idea, con due personaggi in ogni caso ben descritti, con intelligente ironia e con qualche trovata di classe.

Non sono comunque in dubbio le doti del regista: spero di rivederlo presto con un altro lavoro.

Un saluto!