00 31/05/2014 20:20
Ho trovato Una serata tra Amici di Daniele Trani una visione particolarmente piacevole, scorrevole, in grado di intrattenere lo spettatore nonostante la durata non proprio breve, 18 minuti, e il fatto che tutto sia girato in un abitacolo di un’automobile con due soli attori. Riuscire con questi mezzi a proporre qualcosa di interessante si può già ritenere un successo, e qui vi si è riusciti.

Questo corto, molto discorsivo, denota una dote registica non indifferente da parte di Trani e presenta una storia per molti versi non convenzionale. Il deviato sessuale si era già visto, il serial killer pure, ma che due misogini (nonché assassini) siano amici e parlino delle loro gesta con questa disinvoltura, l’ho trovato particolare ed interessante.

Ogni persona al giro di boa dei 40 anni, ma anche prima, si mette a riflettere prima o poi sulla propria vita. Cosa ho combinato fino ad ora? Il cosiddetto tran-tran quotidiano, spesso formato da un lavoro che permette a malapena di mangiare e pagarsi la benzina necessaria per tornare a lavoro il giorno successivo, si può chiamare vita “vera”? Quindi perché, oltretutto, incatenarsi anche a convenzioni sociali quali il matrimonio, ma anche solo al corteggiamento, per avere la possibilità di svagarsi un po’ in quegli istanti che la vita a volte ti concede? Unite questo concetto ad uno scarso rispetto per la donna, vista quasi come un pezzo di carne che può essere scelto al bancone del macellaio, ed otterrete Una Serata tra Amici.
Un prodotto maturo, quanto l’età dei protagonisti, che propone riflessioni che ogni uomo tende effettivamente a fare nel corso della propria vita, il tutto però riletto in chiave horror, ascoltando le opinioni in merito di due menti deviate.

Marco Tizianel e Adriano Giraldi, non se la cavano affatto male. Fisicamente adatti al ruolo, smentiscono a tratti la bontà della performance calcando un po’ troppo la mano nella recitazione, che comunque seppur non perfetta non reputo affatto amatoriale: se la sono cavata bene.

Nota simpatica ma non importante: Nell’ombra dell’abitacolo, il più turbato dei nostri due protagonisti a tratti rassomigliava parecchio il noto attore Ben Kingsley, cosa che, non nascondo, mi ha fatto una certa impressione.

Mi hanno strappato quasi un applauso in solitaria i titoli di coda “stampati” sul corpo alla deriva della povera vittima, una trovata molto bella, cose di questo genere sono in uso sempre più spesso soprattutto nelle Serie Tv, anche internazionali, che ormai lavorano sulle opening e sui titoli di coda con inventiva sempre maggiore. Questa potrebbe competere.

Un ottimo lavoro su vari livelli.