Viaggiare informati.
Corto interessante, più in promesse che in fatti, ma comunque con una sua dignità, una storia interessante (seppure non molto originale e non sempre condotta con rigore), qualche guizzo registico di sicuro interesse, degli interpreti nella media, un buon finale e una buona atmosfera. Diciamo che sicuramente qualche passo falso nella storia andava invece evitato, a fronte di una maggiore chiarezza. Compare anche la mia atavica nemica la Voce Narrante, che non mancherò di criticare.
Ma veniamo alla storia. Sono molti i punti da toccare, per cui cercherò di essere il più rapido possibile.
1.il bianco e nero: ci sta bene. Mi pare adatto alla storia, insieme alle musiche di tempi lontani.
2.la scena iniziale: mi è piaciuta molto. Il cattivo della situazione è fermo davanti alla finestra, immobile, e tutto fa pensare che passi lì tutto il suo tempo, giorni e notti infiniti, da anni e anni. E’ un concetto molto interessante, così come è interessante l’entrata in scena del protagonista che suona il suo campanello (un caso o un richiamo? Sembra il primo ma spererei il secondo: se Rael era chiuso in quella casa ad aspettare che qualcuno suonasse ci credo che era prigioniero da anni!) . Scena ben fatta, atmosfera ben costruita, che fa ben sperare, e che comunque a me basta per intravedere nell’autore delle buone possibilità. Il corto è già promosso per questo.
3. una critica: difficile far passare per isolato un posto con palazzine, auto, e il negozio della Wind aperto sotto casa. Il mio consiglio è che – se non si abita EFFETTIVAMENTE in un posto isolato – sia sempre meglio evitare di far credere allo spettatore delle cose che in effetti le immagini smentiscono. Per non parlare del fatto che Rael, per far restare la sua vittima, gli dice che “ a quell’ora il carro attrezzi non passa più” (…e che è, il pullman? Che io sappia il soccorso stradale è attivo 24 ore su 24, non siamo più nel far west.) e che in questo “paese isolato” non esistono taxi ne alberghi ne ostelli ne niente. Poco credibile, per le stesse ragioni espresse qui sopra. Credo che dovrebbe essere cura di ogni regista cercare al meglio di sfruttare ogni ambientazione che ha disponibile, e non tentare di spacciarla per un’altra. Rael avrebbe potuto benissimo abitare al centro di New York, e attirare lo stesso le sue prede; bastava scegliere una scusa diversa per l’incontro tra i due personaggi. Per dire la prima stupidaggine che mi viene in mente, John poteva essere anche un inviato dell’enel venuto a staccare la luce (se Rael è morto chi le paga le bollette?) o il postino o un venditore porta a porta. Fatto questo, si poteva evitare la scena del dormire lì e far svolgere tutto nella stessa unità temporale.
4. Ho apprezzato il fatto che Rael, invece di essere il solito mostro tutto mossette, ammiccamenti, frasi retoriche e insinuanti, scatti d’ira e movimenti misteriosi, sia invece del tutto assente, vuoto, indifferente. Mi sembra una cosa buona: di Cattivi che fanno le mossette ne abbiamo fin troppi, e al contrario un protagonista immobile è forse più inquietante: il vuoto che lui esprime viene riempito dallo spettatore, che oltretutto non sa cosa aspettarsi. Ben fatto.
5.John resta a cena, visto che è un solitario. I due parlano. Ma ecco il tracollo del corto: la Voce Narrante! Improvvisamente, nata dal nulla e per nulla giustificata, una voce misteriosa si sovrappone alle voci dei protagonisti e spiega allo spettatore quello che Rael pensa, quello che John è, quello che bisogna aspettarsi dal corto. Pessimo lavoro! E’ un chiaro caso nel quale il regista adopera questo escamotage semplicemente perché non sa come spiegare elementi necessari alla trama… mentre gli elementi andrebbero spiegati all’interno della trama stessa! Oltretutto la VN appare soltanto in quel preciso momento, il che rafforza l’idea che si sia trattato solo di un espediente. Avrei preferito a questo punto che Rael avesse raccontato tutto direttamente a John, così come fa alla fine, evitando questa scivolata.
6.la visione della casa desolata non è male, ma un po’ fine a se stessa. A cosa servono le manine sul muro a parte ad omaggiare Blair Witch Project? E’ un inserimento inutile, ma comunque non da buttare. Sicuramente è migliore delle scritte che si vedono sulle pareti: confesso, mi perdoni il regista per la battuta, che anche io avrei paura se un uomo apparisse improvvisamente davanti a me sotto una porta su cui architrave sta scritto “SBORROTECA”. Brrrrr…
7.Interessante la scena in cui John sorprende Rael che parla da solo sul tavolo. Non è perfetta – John fa troppe smorfie di terrore – ma la scena è sufficientemente perturbante ed ha un suo valore all’interno della trama. Ben fatta. Così come il momento in cui Rael compare alle spalle di John sussurrandogli che la sua morte sarà poco dolorosa. Buona.
8. Inseguimento. Perché John non va a bussare a qualche altro inquilino del palazzo? Ma transeat. Per quel che ne sappiamo potrebbe essere tutto un sogno. Ho apprezzato poco il punto in cui improvvisamente abbiamo una soggettiva degli occhi di John mentre sfugge in giardino. Il corto non è un mockumentary, non è realistico, per cui una scena girata in quel modo sa solo di vezzo artistico e lega male col resto della storia. E’ gratuita, e poteva essere evitata. Girare film è come cucinare: non si può mettere il caramello nelle lasagne solo perché ci piace l’idea.
9.Risoluzione. Ben fatta, anche se avrei preferito maggiore chiarezza. Anche lo spunto finale in cui John accoltella Rael e lo accusa di essere non uno spirito bensì una persona viva, forse un pazzo, non è male…anzi forse se fosse stato usato come VERO finale forse la storia sarebbe stata migliore. Tutti si aspettano che Rael sia il solito mostro… ma quanti si sarebbero aspettati che fosse solo un PAZZO che finge di essere un fantasma? Idea non da sottovalutare, a me sarebbe piaciuta molto (ovviamente togliendo le parti in cui Rael svolazza per la casa). Per il resto, è un po’ difficile capire cosa sia accaduto veramente. La mia ipotesi è che Rael si sia lentamente sostituito a John e che John, senza accorgersene, abbia finito per accoltellare se stesso… così non sarebbe stato male. In realtà credo che Rael abbia sostituito John all’ultimo momento, toccandogli la mano prima di “morire”. Ma la cosa mi piace meno. Uno, perché se Rael era già morto come è possibile che si sia fatto ferire da un uomo vivo? E due, se bastava toccare la mano di John per effettuare il trasferimento perché Rael non lo ha fatto subito evitando tutte quelle manfrine?
10. Scena finale altrettanto d’effetto dell’iniziale. John si allontana, Rael bisbiglia alcune parole, John cade morto. Molto interessante. Ma, ehm, se Rael ha “preso” il corpo di John come mai ora ce ne sono due? Comunque, visivamente ben concepita.
Sono stato prolisso come al solito, comunque ora termino. In definitiva posso dire che il corto mi è piaciuto, anche se lo ha fatto più per il ritratto promettente del suo regista che per la storia in se, a tratti realizzata un po’ ingenuamente. Regia e personaggi interessanti, qualche semplificazione di troppo, qualche idea molto valida, alcune meno… sarebbe bastato molto poco per creare un’opera degna di nota. Così non è stato, ma il risultato finale è comunque ampiamente apprezzabile.
Grazie della partecipazione e complimenti.