“…esordisce alla regia di cortometraggi con Il Gioco di Zedder nel 2013”.
Di cortometraggi forse si, ma prima il signor Giacomo Vitali deve assolutamente aver fatto dell’altro. Pubblicità, videoclip musicali, video di altro genere, perché è impensabile che questo sia il primo vero lavoro ufficiale di una persona –così- tanto capace.
Mi sentivo di esordire così nel mio pensiero su Il Gioco di Zedder, un corto onestamente quasi privo di difetti, con una regia oltre il solido (tranquillamente da televisione di qualità), una recitazione convincente, un sapiente uso delle musiche e capace di contornarsi di scene molto interessanti e riuscite. Su tutte, la scena del ragazzo in automobile che, preso alla sprovvista dalla mancanza delle chiavi nell’accensione, si lascia andare per un momento ad un attacco di risate isteriche, il tutto supportato da una musica che rende la scena davvero surreale.
Se dovessi imputare un difetto al lavoro potrei parlare del reparto microfoni, caratterizzati da un audio ovattato e sicuramente da migliorare in lavori futuri, ma si tratta di mero comparto tecnico.
Durante la visione, a anche al suo termine, mi sono trovato a pensare di essere di fronte ad un “Evil Dead nell’albergo”, piuttosto che nella baita (come ci ha abituato Raimi). Ho trovato la realizzazione dei mostri molto simili alla pellicola cult sopracitata, come pure il metodo con il quale vengono corrotte e trasformate le vittime, ed anche il loro carattere, con questa voglia dei demoni di prendersi gioco dei malcapitati a suon di macabre risate, come fosse un loro ‘gioco’ perverso. Ma in fondo i demoni sono spesso rappresentati così, e non è detto che il regista abbia effettivamente pensato a quella pellicola; l’Evil Dead alberghiero potrei avercelo visto solo io.
Concludo dicendo che non ho la più pallida idea del perché, ma sono rimasto fin da principio con la strana sensazione di avere già visto all’opera Deborah Di Girolamo da qualche parte. Dalla sua pagina imdb però (ebbene si, ha una pagina imdb) ella figura attrice solo ne Il Gioco di Zedder, per cui temo che il mio cervello stia erroneamente collegando il suo viso a quello di un’altra attrice. Forse c’è una somiglianza con Rooney Mara, per esempio in “Effetti Collaterali”, mi sbaglio?
Mettendo da parte le mie elucubrazioni, mi ripeto, siete stati molto bravi davvero, tutta la crew, dal reparto registico, tecnico, a quello attoriale. A parte la sceneggiatura che è si “buona” ma non sconvolgente, siamo di fronte ad un corto che funziona, sono 18 minuti che volano, un prodotto ben realizzato sotto molteplici punti di vista.
Che questo non resti il primo e unico cortometraggio di Giacomo Vitali, sarebbe un crimine!