00 18/06/2014 14:13
Complimenti a tutti i vincitori.

Andrò forse controcorrente, ma per me il premio finale è forse quello meno importante - in fondo, per quanto comunque sia stupendo vincerlo, è solo una classifica sospesa tra l'oggettivo e il soggettivo che non toglie alcun merito a chi li ha già ma rischia di premiarne meno di quanti ce ne siano.

Personalmente credo che TUTTI siano vincitori, fosse anche solo per il semplice fatto che si sono alzati una mattina con un'idea, l'hanno scritta, girata, musicata, fatta recitare, montata e tutto il resto: questo è già un premio vinto in partenza, il più importante di tutti, in quanto solo i migliori sono in grado di trovare le motivazioni e la continuità necessaria per dare il via e portare al temine un prodotto girato per pura passione, quasi mai con riscontri economici.
Per cui, chi vince il TROH per me ha vinto due volte.

Aggiungo solo che nei pochi anni in cui ho fatto immeritatamente da giudice ho potuto notare come la qualità sia sempre più alta, a dimostrazione di quanti talenti girino per l'italia in attesa di essere riconosciuti, e se il TROH può essere per loro un aiuto, ben venga (ecco un altro VERO PREMIO IMPORTANTE!). Vedere trenta corti è sicuramente un impegno che non so per quanto ancora riuscirò a portare avanti, ma è sempre qualcosa di cui sono onorato.

Venendo ai premi, vorrei aggiungere qualche considerazione, sperando che siano utili, non noiose e sensate.

PREMIO MIGLIOR CORTO: Su Sfascia non avevo dubbi, e devo dire che se possibile la sua opera ha spostato di parecchi centimetri verso l'alto l'"asticella della qualità". Se un tempo la tecnica e la qualità della presentazione potevano anche passare in secondo piano, ormai se si vuole sperare di vincere c'è bisogno di dimostrare tecniche sempre più perfette. MA...

...ma il premio per la MIGLIORE SCENEGGIATURA è andato a "Martin", che è un'opera breve e non perfetta visivamente, segno che se è bello lo stile ma non c'è la storia si fa poca strada, e che quando una storia è bella, significativa, allora lo stile passa in secondo piano. Non sottovalutare quindi l'importanza della trama credo sia altrettanto importante di saperla girare al meglio.

Insieme a questo, è sicuramente meritevole il fatto di girare un corto che non si limiti a copiare produzioni straniere ma si presenti come ITALIANO nei contenuti, e giustifichi questa sua italianità all'interno della trama - come nel caso di "Campania Mortis", vincitore del PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA - raccontando proprio il NOSTRO paese, con i suoi problemi e le sue contraddizioni. Raccontare tramite l'horror i problemi o le quotidianità della nostra realtà, delle cose a noi familiari, è sicuramente più meritevole che saper riprodurre perfettamente quelle degli altri (a prescindere dal valore della messa in scena).

Per finire, una citazione per David Powers, vincitore come MIGLIOR ATTORE, e che - tra tutti i seriali killer visti - paradossalmente (ma giustamente) è risultato vincente recitando non come un pazzo esagitato ma con placida calma, molto più convincente e vera dei tanti ammiccamenti ed esplosioni d'ira al limite dello stereotipo che ho avuto modo di vedere.

Di nuovo complimenti a tutti.