00 01/07/2015 00:40
DEVIL OF THE NIGHT è un compito in classe ben eseguito, e già questo dice tutto. Non particolarmente originale, solo vagamente brutale e non del tutto personale, è comunque un prodotto che si lascia guardare con piacere, che scivola via veloce, che non si perde in arzigogoli narrativi o voli pindarici artistici ma trova il suo punto forte nella misteriosa figura del “guidatore demoniaco”, di certo la più personale e azzeccata del corto.

Cortometraggio senza la pretesa di essere significativo o funambolico, fa bene il suo lavoro e riproduce con cognizione di causa gli elementi del genere horror, risultando vincente soprattutto nel finale, e nel suo lasciare alcuni elementi in sospeso, al giudizio o all’immaginazione degli spettatori. Ben fatto: molto meglio di fornire assurdi o lunghi “spiegoni”.

Dialoghi praticamente assenti, ma va bene: stiamo facendo cinema, ed è bello che qualcuno ogni tanto si ricordi che l’elemento visivo dovrebbe essere uno di quelli principali, se non il principale in assoluto. Unica cosa che avrei studiato meglio, o evitato, la maglietta arrotolata in testa all’assassino, unico elemento che mi è sembrato un po’ stonato… ma forse nemmeno poi tanto, se consideriamo il killer, in fondo, un povero diavolo che non va troppo per il sottile quando deve raggiungere i suoi obiettivi.

Ambientazione finto-americana più o meno riuscita, tanto che non si percepisce quasi la “bugia”. Pagina di giornale finale un po’ troppo amatoriale nella composizione, però: un minimo di lavoro in più qui avrebbe giovato, perché è proprio su questi elementi apparentemente non importanti che va a franare la sospensione della credulità, cioè il patto stretto tra regista e spettatore secondo il quale chi guarda il film accetta di prendere per vere tutto ciò che gli viene narrato. Ma tale patto crolla quando, nel volerci convincere che stiamo vedendo una certa cosa (in questo caso il giornale), il regista non ce ne offre una versione convincente, distogliendoci dalla storia per farci concentrare nostro malgrado sull’imperfetta imitazione. Sono cose di poco conto, ne convengo, ma non credo siano da sottovalutare.

In ogni caso, pur se non particolarmente interessante, audace, trasgressivo o innovativo, Devil fa bene il suo lavoro, inserisce un cattivo peculiare, personale e tutto sommato interessante, sfrutta bene il media, usa e dosa bene i suoi ingredienti e non annoia mai. Un buon inizio.