00 01/07/2015 00:39
Corto estremamente professionale, che pur trattando un argomento non nuovo riesce a farlo con buona sicurezza e sufficiente personalità al punto da risultare davvero convincente.
Attori, dialoghi, struttura narrativa, la realtà e le visioni, i continui sbalzi temporali, ogni cosa è al punto giusto nel momento giusto, e tutto quello che la storia non dice serve solo a renderla più interessante.

La caduta nell’abisso di Dario, il protagonista, vittima di una terribile mancanza di sonno, è narrata con precisione, con pochi, validi elementi, e mantenuta sempre in bilico tra il reale e l’immaginato, senza troppo clamore, effettacci granguignoleschi o trovate mirabolanti, bensì con un’efficace riproposizione sfiancante di pochi, identici temi portati via via all’estremo.
E’ la rappresentazione del “perturbante”, l’elemento esterno che si inserisce in una routine risultando fuori posto non tanto perché esso è la creatura dall’oltretomba, lo zombie in CGI, l’alieno tentacolato o il vampiro assetato, ma solo perché è un qualcosa di molto più vicino a noi e molto più inquietante, che non ci aspetterebbe di trovare in quel luogo e in quel tempo. Oppure un elemento di normalità esasperato fino ad assumere proporzioni gigantesche, che si insinua nella nostra realtà un passo alla volta, nascostamente, senza farsene accorgere, per poi prendere il controllo. E tale rappresentazione è sempre vincente (quando sorretta da una tecnica all’altezza); in quanto a mio parere è quella che permette maggiormente allo spettatore di immedesimarsi, di provare maggiore empatia; sicuramente in modo molto superiore rispetto a quando sullo schermo arriva un mostrone in CGI, ma che è del tutto esterno alla nostra realtà di tutti i giorni, alle esperienze che abbiamo vissuto (tutto questo riferito al fatto di riuscire a suscitare angoscia e terrore – i mostroni vanno comunque bene per ALTRI obiettivi)

In breve – e questa è la parte più convincente – diventa impossibile capire cosa Dario sta vedendo (e facendo!) davvero, e cosa sia soltanto immaginando; tutto questo grazie anche a una valida interpretazione dell’attore protagonista. L’ho detto: è facile immedesimarsi in lui, seguendo il suo percorso tormentato, e questo è l’elemento che rende ancora migliore la pellicola.

Sleep Depraved è un prodotto a proposito del quale è difficile trovare difetti, opera di un regista dal talento forse “scolastico” (ma in senso buono, e riferendosi all’uso sapiente di tecniche da esperto come i continui stacchi) ma di sicuro solido e promettente. Si guarda con piacere, trasmette sottile inquietudine e ci porta a un finale pieno di tensione, sapientemente costruita scena dopo scena.
Spero solo che il pubblico superficiale e distratto di youtube non stacchi prima di aver lasciato scorrere i titoli di coda, ma credo che così non sarà.

Ottimo lavoro.