00 01/07/2015 00:57

Morteman è un corto che dovrebbe essere assurdo, comico, paradossale, ironico, surreale e divertente, ma che francamente fallisce in quasi (una struttura, sebbene primitiva, esiste) tutti gli obiettivi, risultando principalmente un prodotto semplicistico e quasi del tutto privo di senso, nonché di quei minimi elementi che mi renderebbero in grado di valutarlo.

E’ un vero peccato, per quel che mi riguarda, perché sebbene molto amatoriale Di Noia aveva mostrato una vaga tendenza al miglioramento nei suoi corti, ed ero curioso di sapere se con questa sua ultima opera avesse fatto un ulteriore passo avanti.
Il passo, invece, è stato – non so quanto consapevolmente - verso il precipizio; ma fatto in modo così palese che il mio sospetto è che DiNoia sia stato in un certo senso “contagiato” o “ispirato” dai corti del maestro Sandroni, ospitati in questo concorso negli anni precedenti, e dal fatto che uno di essi abbia vinto un premio proprio per la sua assurdità

Ma c’è un “ma”: se in quell’occasione il corto di Sandroni aveva un senso tutto suo, dato dal fatto di porre in evidenza e prendere in giro (non so quanto amorosamente o quanto per livore) un certo modo di fare cinema sbagliato, derivativo, amatoriale ma soprattutto pretenzioso, nel caso di Morteman anche quel tenue senso è del tutto assente, e il filmato una semplice accozzaglia di immagini montate rozzamente, senza alcun sottotesto, che tentano goffamente di far ridere e che mostrano idee per lo più elementari; al punto che vedere Morteman serve, paradossalmente, a rivalutare ancora di più il primo Sandroni, che dietro la patina di apparente caos nascondeva un’impronta forte di mestiere che invece qui non c’è.

Anche per questo motivo stento a poter affermare che questo corto sia “trash” (cioè un corto che volutamente adopera elementi di cattivo gusto, dozzinali, amatoriali, per attirare il pubblico con la sua bruttezza) ma mi viene il dubbio che sia semplicemente “Kitsch”, cioè un tentativo malriuscito di imitare un modello, risultando vuoto e perdente in tale tentativo.
Neppure nella mancanza di senso, infatti, DiNoia risulta vincitore, in quanto fa quello che molti autori amatoriali fanno: si limita a ricreare le parti più superficiali di un “genere”, limitandosi solamente all’estetica ma senza dare loro un senso compiuto, uno scopo, un obiettivo; e in questo è perfettamente uguale a chi ad esempio – anche se ricco e famoso - fa un (brutto) film sui vampiri copiando l’estetica dei film muti, a chi fa un film sugli alieni copiando Alien, etc etc etc.

Se il tentativo era quello di diventare un Maestro Sandro Sandroni Bis, direi che… è riuscito negli intenti ma non nei risultati, dando vita a una copia che trova ragione di esistere solo in quanto tale. Ma a parte questo c’è davvero poco da dire, in quanto ogni immagine, ogni struttura narrativa, sono volutamente sconquassate cercando di far apparire il corto raffazzonato e amatoriale. Non so dire se Morteman corrisponda a una “presa di coscienza” dei propri limiti da parte del maestro, che ha deciso di ovviare al problema buttandosi nell’assurdo “consapevole”; non so se invece la sua è proprio una dichiarazione di intenti, e il futuro ci farà vedere un DiNoia maestro dell’assurdo (che chissà, se l’alternativa è fare prodotti di poco valore, può anche essere una scappatoia con un minimo di senso). Ma nel caso in cui
questa boutade sia semplicemente l’infatuazione di un momento, allora l’archivio qui, e spero che nel futuro il Maestro torni a fare qualcosa di “suo”, portando avanti il discorso che aveva iniziato.

Nell’attesa non posso che porgergli i miei omaggi, ma non certo salvare il suo lavoro, non fosse altro per il motivo che è stato lui stesso a scegliere di NON essere salvato.
Spero dunque che, come faceva Sandroni (anzi no,perché Sandroni faceva finta di incazzarsi per creare ancora maggiore polemica), apprezzi la bocciatura che gli do: visti i suoi presunti intenti, potrebbe essere per lui equivalente a un voto positivo.