00 23/06/2015 00:48
Scrissi di Andrea Gentili nel 2014 quando si presentò al Fest con il corto in bianco e nero de La Maledizione di Rael, un lavoro non privo di qualche imperfezione, ma totalmente sufficiente, funzionale e, per dirlo senza girarci attorno, davvero guardabile.

Cosa penso del suo prodotto presentato quest’anno, Aeternae Tenebrae?
Che c’è una differenza enorme tra l’effetto che mi ha fatto nel corso della visione e quello che invece mi ha fatto quando mi sono trovato a razionalizzare la vicenda una volta che la visione era terminata, quando ho premuto Stop e iniziato a pensare al quadro generale.

Il corto vuole essere misterioso, fumoso, complottistico, ma secondo me si sfiora spesso il confine tra il dover compiacere il senso di mistero dello spettatore a scapito della credibilità generale della vicenda, della logica del tutto.

In pratica, nella vicenda di quei giorni, cosa c’era in ballo?
C’era una setta che voleva disfarsi di un suo membro non più ritenuto adatto.
La setta allora in quei giorni si stava riunendo senza il suddetto membro (stavano organizzando per farlo fuori), che infatti un giorno viene lasciato al tavolo da poker assieme all’amico ignaro.
Ecco che quindi può scaturire la curiosità, sia da parte dell’amico che non sa niente, per sapere cosa succede, che dell’amico-cultista per sapere cosa c’è in ballo, ma mi sembra molto poco credibile (SAPENDO IN COSA SONO INVISCHIATI) che l’amico-cultista spinga così tanto e sia così ansioso di mettersi a pedinare il loro amico assieme!
Cioè, se anche tu sei un cultista, ci pensi che il "segreto" possano essere quelle riunioni: non è una cosa da poco, essere invischiati in quel genere di cose, deve essere proprio quello il tuo primo pensiero sui continui impegni misteriosi del tuo amico.
Potrai essere curioso del fatto che stiano avvenendo senza di te, ma certamente non coinvolgi il tuo amico ignaro che non sa niente…andando così a creare un testimone per la tua setta.
Andresti a fare il pedinamento da solo.
Non agiresti certo in compagnia comportandoti come se non sapessi niente, portandoti anche appresso uno scomodo testimone.

In quel momento lo spettatore crede che i due ragazzi siano ignari allo stesso modo, e quindi tutta la scena e più in generale tutta la prima parte di corto sembra andar bene fatta così, ma lo sceneggiatore invece lo sa, che quelle due persone sono completamente diverse…e a fine visione lo saprà anche lo spettatore.

Non si possono fare agire i personaggi in un modo che sembra corretto in corso d'opera ma che poi, alla fine dei giochi, si rivelerà illogico. Ed invece per me così è stato fatto.
Quel cultista crea un testimone scomodo per la sua setta, senza motivo.
Tutto per fare il triangolo da mostrare allo spettatore.
Da qui la mia affermazione iniziale tra l’aver percepito una differenza enorme tra ciò che ho pensato del corto mentre lo guardavo (interessante), e quando invece avevo finito di vederlo (l’interesse era dato per lo più da intrecci ad hoc, non troppo razionali).

Purtroppo la sceneggiatura ha dei plot-holes a livello comportamentale dei personaggi secondo me notevoli.
Ma credo di essermi spiegato fin troppo in questo senso.

Ma dimentichiamoli per un istante adesso, sorvoliamo, e parliamo dell’effetto che mi ha fatto il corto “in progress”, ossia guardandolo.

Mi sento di dire che Andrea Gentili si dimostra essere nuovamente ben in grado di portare una videocamera, e la regia è buona. Si è anche migliorati sotto il comparto audio rispetto al suo precedente lavoro, che un po’ soffriva sotto quel frangente.
Buona anche la recitazione che, seppur ad opera di non professionisti, comunque non sfigura mai dato il percepibile impegno.
Direi anzi che un attore mi è proprio piaciuto, parlo del mascherato capo del culto. Poteva essere molto facile infatti ricadere nella “macchietta” dovendo fare lunghi dialoghi di stampo cultistico, ma devo dire che la cadenza di voce, la convinzione, ed anche alcuni dei passaggi propri dei testi l’hanno reso molto convincente.
Provo ad indovinare, forse tra tutti quanti, questo ragazzo ha fatto del teatro?

Piccolo neo forse la location. Mi spiego. L’idea era quella di una pineta raggiungibile dal paese, ma che poi ovviamente si addentrasse un po’ “nel fitto”, perché non si possono certo compiere riti satanici in bella vista, immagino. Ma questo senso di “addentrarsi nel fitto” non si percepisce mai, sembra sempre di essere in strada.
A tratti, quando ci sono solo gli alberi, si può davvero pensare che i ragazzi si siano inoltrati in una pineta, ma poi la scena successiva ci riporta immancabilmente alla realtà: ossia che siamo a 50 metri da strade e case, con un’inquadratura qui e là che immancabilmente tradisce.
Un evento come quello descritto, se svolto troppo vicino ad un centro abitato, perde molto di credibilità, e onestamente spesso e volentieri ho percepito come se il tutto stesse avvenendo a pochi passi dall’abitato, tipo in un parchetto.
Ma siccome alcune inquadrature ho notato che tradiscono tale sensazione molto più di altre, mi sento di dire che la cosa poteva essere evitata stando più accorti nelle riprese.

In conclusione, non darò certo un votaccio a questo lavoro, perché secondo me ha fallato praticamente solo nell’aspetto della sceneggiatura, ed anche in questo settore lo ha fatto solo in qualche “nesso logico” ma non nella sua totalità.
Ecco, in realtà non posso neanche usare la parola sceneggiatura per descrivere quello che non mi è piaciuto, perché l’idea è buona ed interessante, è solo l’esecuzione che non reputo all’altezza.
Per il resto, siamo di fronte ad un prodotto diretto bene, recitato discretamente, e che soprattutto non annoia mai, anzi intrattiene.

Proprio come con la storia di Rael, sono sempre positivamente colpito dai lavori di Gentili per il fatto che si vogliano elaborare sceneggiature non banali e non fare il “solito” slasher, o un torture…con due smazzate in faccia a qualcuno e buona notte, fine a se stesso, proprio no, c’è invece uno sforzo di creare un soggetto originale.
Devo dire però che, a malincuore, nuovamente proprio come con Rael, vi trovo errori di logica. Ma questa volta un tantino più importanti.

Che non si scoraggi però Andrea Gentili, perché questa è solo l'umile opinione di un uomo, uomo che comunque crede che la buona pasta in fondo ci sia tutta.