00 23/06/2015 01:17
Short Frankestein di Nicolò Magno è un’opera prima, e in quanto tale devo ammettere piuttosto promettente per il futuro del regista.

Nonostante il corto non abbia esaltato chi vi scrive, è però innegabile che sotto l’aspetto puramente tecnico questo sia un prodotto che denota già una certa sicurezza nei propri mezzi, è ben confezionato, girato bene, molto curato.

Quindi ripeto, nonostante Short Frankestein di per sé mi abbia detto piuttosto poco (darei la sufficienza piena) mi ha fatto comunque comprendere benissimo che il regista la stoffa ce la può avere, e con tutta probabilità un suo secondo lavoro, diverso, potrebbe anche piacermi molto.

Cosa non mi ha esaltato di questo film? Diciamo che in realtà parte piuttosto bene, con questa relazione rovinata a poco a poco, spiegandolo molto bene, dall’eccessivo inserimento nella vita quotidiana di coppia di una videocamera davvero troppo invasiva, ad opera del marito. La cosa però si sviluppa poi un tantino strana dopo la rottura del fidanzamento, diciamo che nella vasta gamma di soluzioni in cui si poteva andare a parare per fare un finale che mi piacesse (una ‘vendetta filmata’ da parte di lui, forse, oppure una situazione vissuta della ragazza in cui l’uso di una videocamera finiva per salvarle la vita e farla pentire? Eccetera, ce n’erano tante) si è andati a fabbricare una soluzione estremamente artefatta, troppo “ricercata”, almeno per i miei gusti.
In un genere che spesso vuole essere “di verità” come il found footage, o comunque di verosimiglianza.

Diciamo che secondo me, sotto l’aspetto narrativo e di sceneggiatura, si era cominciato davvero molto meglio rispetto a dove poi si è andati a parare.

Come tutti i found footage poi, siccome bisogna mettere la telecamera in mano a qualcuno dappertutto, a tratti si creano situazioni estremamente forzate, visto che nella realtà nessuno compirebbe veramente certe azioni con l’impaccio di una videocamera davanti alla faccia. Alcuni spettatori tendono a tralasciare questo aspetto colti dall’immersione nella vicenda, ma io devo dire che ci faccio sempre caso, e sempre mi disturba. Ma questo è un aspetto non solo del corto di Magno, anzi, colpisce qualsiasi produzione di questo genere.

Ma, gusti personali a parte (anche se in fondo è questo che devo fare, mi si chiede un parere) devo dire che Nicolò Magno una certa pasta ce l’ha, per quanto non mi sia innamorato del suo lavoro non sono arrivato alla fine con la sensazione di aver visto qualcosa di “fatto male”, anzi, c’è una grande differenza tra il vedere una cosa brutta oppure che semplicemente non ha incontrato i tuoi gusti, ed è questo il caso.
La regia mi è piaciuta, anche nella scelta di certe trovate, bravo il cast (forse ha solo calcato un tantino la mano il Mad Doctor, “mi piace vedere una ragazza che si idrata” non si può sentire), sicuramente poi non ci si annoia, c’è del dinamismo nella vicenda, si tiene un ritmo alto che non crea situazioni troppo statiche che poi rischierebbero di sfociare nella noia, ed è una cosa importante questa del ritmo, spesso tanti registi non ci riescono.

Per cui, in definitiva, Short Frankestein è un corto ben girato di cui non ho apprezzato la seconda metà e la risoluzione, ma che mi ha fatto però scoprire ed apprezzare Nicolò Magno, che sarei ben lieto di incrociare di nuovo qui al Fest con altre partecipazioni in futuro, fosse egli in grado di mantenere i punti forti di questa opera prima (ritmo, competenza tecnica) regalandoci una sceneggiatura con un soggetto più di spessore.

Una buona prova.