Volevo condividere con qualcuno l’amarezza per aver sprecato un’ora e sedici minuti del mio tempo.
Giuro che la locandina non l'avevo ancora vista.
Comunque, come lascia presagire il titolo, il film si presenta come un filmino amatoriale girato in famiglia dal papà, un pastore luterano che non smette un attimo di fare il super simpatico con continui scherzetti e buffi travestimenti risultando immediatamente un coglione totale che vien voglia di uccidere a sassate.
La moglie, psichiatra (!!!), gli dà man forte e invece di liquidarlo con un “piantala, deficiente”, seppur mostrando ogni tanto segni di mal sopportazione nei confronti dell’onnipresente videocamera, riesce pure a ridere ai suoi divertenti siparietti (tra cui, giuro, scoreggiare vestito da Babbo natale mentre si piega per deporre i doni sotto l’albero).
I due figli, maschio e femmina sui 10 anni, continuamente ripresi, non spiccicano una parola, sopportano a stento l’insopportabile goliardia del padre-buffone, subendo gli scherzoni paterni senza che l’ombra di un sorriso affiori mai sui loro volti.
Ma la totale apatia (o malcelato disprezzo) dei figli non sembra preoccupare molto questa allegra coppia di genitori curiosamente assortita (un prete e una psichiatra non credente? Parliamone).
Finché, la mattina del 25 dicembre, i pargoli crocifiggono il gatto di casa.
Da qui in poi, delirio, situazioni e sviluppi del tutto inverosimili (ovviamente con riprese impossibili per essere un mockumentary), lui che tenta di curarli con l'esorcismo, lei con gli psicofarmaci, fino allo scontatissimo epilogo.
L’apoteosi dell’idiozia la raggiungiamo verso la fine: i frugoletti hanno sequestrato, torturato e tentato di uccidere un amichetto, quindi la polizia andrà a prenderli per portarli in un istituto in cui rimarranno reclusi fino al compimento del diciottesimo anno di età, ma attenzione, ci andrà la mattina successiva, perché E’ LA SERA DI PASQUA. Ma certo.
Aggiungete che in tutto questo mi è capitata la versione sottotitolata da un analfabeta.