Mamma single con due figli a carico decide di svoltare con il business della farina di cavallette.
Non andrà tutto bene.
Che gli insetti siano il cibo del futuro è un concetto di cui si parla già da qualche anno, ma dato che la cosa mi fa un po’ ribrezzo, non me ne sono mai interessata. Oggi scopro che in rete si possono acquistare bachi da seta tostati, grilli salati in lattina, formiche nere saltate in padella e altri appetitosi snack di questo genere, a prezzi ovviamente proibitivi.
Quindi alla fine l’idea della mammina non è neanche così strampalata, peccato che allevare le croccanti creaturine sia tutt’altro che semplice: la nostra protagonista si fa un culo tanto per cercare la giusta combinazione affinché le bastardelle depongano più uova, ma niente, queste di riprodursi non vogliono saperne.
Finché un giorno, per caso, un piccolo incidente dentro la serra rivela l’ingrediente magico per far prosperare il suo allevamento. Indovinate quale? Esatto, è rosso.
L’evoluzione che consegue questa scoperta vede crescere, di pari passo con la produttività dell’azienda, l’ossessione della donna per la sua attività, fino all’inevitabile catastrofico epilogo.
I temi in campo sono molti, forse troppi e, va da sé, alla fine vengono un po’ tutti lasciati lì, irrisolti.
C’è il tema ambientale, il dramma familiare, la dura realtà dei piccoli imprenditori, la dura realtà della donna sola che deve provvedere al sostentamento dei figli buttando letteralmente sangue… Insomma, parecchia roba, anche interessante.
Io però volevo guardarmi un film horror di bestie assassine e questo non lo è.
Viene spacciato per horror, ma di horror in realtà non ha molto, tolta una scena veramente disturbante che ha a che fare con un braccio ferito e una pinzetta.
E allora fa schifo? Niente affatto, soprattutto la parte prettamente drammatica è resa molto bene, i protagonisti molto bravi, e anche la costruzione della tensione, malgrado il ritmo piuttosto lento, è notevole.
Il fatto è che questo preambolo infarcito di millemila temi occupa praticamente l'intera durata del film, e alla fine tutto esplode e si risolve in un quarto d'ora.
Non vorrei sembrare insistente con l'argomento, ma è come fare un'ora e 20 di preliminari e poi trombare per 10 minuti. Per dio, un po' di equilibrio. Oppure metti subito in chiaro che non si tromba.
P.S. Se vi capita di guardarlo e poi vi sentite inappagati, guardatevi Stung, lì le vespe sono davvero grosse e cattive.