Fantascienza invecchiata male, che nel 1976 (ma il romanzo su cui è basato è a sua volta di circa 10 anni antecedente) già prefigurava un mondo stuprato paurosamente simile a quello odierno: ed allora tutti quanti sotto cupole di plexiglass a condurre esistenze ancora più finte di quelle odierne, all' interno di un' ambiente (fintamente) protetto.
Al di là di una messinscena inaccettabile al giorno d' oggi (interni ed esterni della comunità futuristica sono plasticosi come la Roma farlocca del Fighter centurions di Fulci), ci si mette pure una sceneggiatura farraginosa ed approssimativa a smorzare l' impatto dei pochi concetti sensati che s' intendeva trasmettere: niente di trascendentale beninteso (solite cose sul controllo della masse, sulla religione, ecc...), però con una scrittura migliore e soprattutto con un finale molto meno frettoloso questa distopia avrebbe potuto impressionare più favorevolmente.
Qui oltretutto il protagonista Micheal York è scostante, la bella Jenny Agutter è sprecata nel contesto, Farrah Fawcett pare la classica bellona del momento infilata a forza come nome di richiamo (tra l' altro recita maluccio e si congeda in fretta) e Peter Ustinov ci fa la figura della solita icona reclutata per svolgere freddamente la classica marchetta artistica, oltretutto svilita dal doppiaggio nell' edizione italiota: di Michael Anderson molto migliore il thrilling Dominique.
[Modificato da MD-MAniak 18/06/2022 12:59]
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"Quanta benzina abbiamo?"
"Non molta."
"Okay..."