Incantation

Zitto zitto il regista taiwanese dello slasher Invitation only, non privo di spunti interessanti, pare abbia confezionato uno degli horror più di successo nel paese d' origine: peccato che, per il sottoscritto, qst Incantation rappresenti un passo indietro rispetto all' exploit precedente.
Ma andiamo con ordine: scoperto che il film è sbarcato su Netflix, diventa ovvio supporre che le info in proposito abbondino. E difatti si scopre subito che Kevin Ko si sarebbe ispirato (alla larga) ad un datato episodio di isteria religiosa accaduto dalle sue parti: ci ha creduto al punto di cosceneggiare, coprodurre e dirigere, ma tanto entusiasmo non traspare dal prodotto finito, che nel titolo ricorda quei tediosi tasselli della serie J-Horror Theatre che uscirono dopo il successo di Ringu & co, e che si prestavano facilmente ad esser confusi l' uno con l' altro (Infection, Premonition, Retribution, Reincarnation e così via); con la differenza che qua ci si trova nel territorio del pov/found footage, che incredibilmente sembra tirare ancora.
Abbastanza difficile raccontare dettagliatamente la tramina non lineare, che fondamentalmente si basa su di una maledizione generata da orrori quasi lovecraftiani: più facile, durante l' andirivieni tra il presente ed i flashback di un antefatto tragico, essere sopraffatti da una sensazione di deja-vu continuo che genera poca inquietudine e una discreta noia. Sull' impianto narrativo del sottovalutato giapponese Noroi (migliore di questo) vengono innestati il Safe heaven di V/H/S 2, Dark waters di Baino, Manhattan baby: come sempre lo spettatore medio e meno smaliziato della famosa piattaforma potrà anche gradire, l' appassionato invece sbadiglia, e si chiede se i pochi sussulti sparsi qua e là potranno mai essere il preludio ad una agognata esplosione finale; ed invece il potenziale inespresso non solo è destinato a rimanere tale, ma prima del finale ci si va ad incartare definitivamente sulla preghiera blasfema enunciata come in Technologic dei Daft Punk: ed è la pietra tombale su un filmetto non proprio pessimo, ma decisamente inferiore alle aspettative.