Questa prima e unica incursione di Deodato nel genere poliziottesco sinceramente mi ha lasciata un po' tiepida.
La trama, che definire scarna è un eufemismo (due poliziotti di una fantomatica squadra speciale devono trovare e "assicurare alla giustizia" un boss della malavita, punto), sembra buttata lì come sfondo per una serie di scazzottate e sparatorie, che si susseguono come fossero puntate di un telefilm.
Anche il cast non è del tutto convincente (oltre al fatto che i dialoghi sono totalmente idioti): Porel è scarso, Lovelock (che anche qui, come in Un posto ideale per uccidere, è interprete delle canzoni che accompagnano le immagini del film) se la cava meglio altrove, ma figo com'è, e per giunta gloriosamente doppiato da Barbetti, riesce comunque a fare la sua porca figura, Celi è totalmente sprecato e poco in parte.
Il migliore è Salvatori, nei panni del boss malavitoso, convincente e col physique du role.
Non male anche Citti nel breve ruolo di un malvivente, soprannominato Er cane, in cui dà sfoggio, per bocca di Ferruccio Amendola, di un romanesco sgrammaticato da antologia.
Nonostante il titolo, che poteva lasciar presagire un qualche intento di critica sociale o presa di posizione ideologica, il film sembra puntare al puro intrattenimento, e il mood dei due protagonisti, spiritosi e scanzonati puttanieri che non lasciano vivo nessun delinquente in cui si imbattono, sarà in futuro di ispirazione a Tarantino per i suoi personaggi sadici, spietati e infintamente cool. Ma a Tarantino sta cosa riuscirà meglio.
Nonostante le evidenti pecche del film, c'è da dire che il regista è Deodato e lo sceneggiatore è Di Leo, e si vede: sangue, violenza ed efferatezze abbondano e, insieme ai rocamboleschi inseguimenti in moto per le vie di Roma (epica tutta la sequenza iniziale), sono in fin dei conti un buon motivo per recuperarne la visione.
[Modificato da Negatrice di Gioie 08/10/2022 11:27]