00 09/10/2022 23:16
Non potevo mancare all’inaugurazione del Topič dell’anno e per partecipare alla festa ho deciso di spararmi anche io la visione di “Shark Bait”, pellicola inglese che si candida per il premio di “Squalo meno Brutto del 2022”.



Iniziamo subito a criticare il titolo: in un oceano cinematografico infestato da film sugli squali tu non riesci a pensare a niente di meno anonimo di “Shark Bait”?

Va beh, da qui in poi fatemi spoilerare, va.

La profondità di questo film e dei suoi personaggi può essere facilmente intuita dal “dramma personale iniziale” che caratterizza l’inizio di questo genere di film.

Non un marito morto, non una sorella uccisa, non un divorzio turbolento.
Nulla di tutto ciò.

I problemi dei nostri giovani protagonisti sono più:

- “Hey, la bottiglia di tequila è vuota, chi diavolo va a comprarne un’altra?”.

- “uffa, questo è l’ultimo Spring Break che passeremo a sfondarci il fegato insieme fingendo di divertirci”.

Così, ancora mezzi ubriachi e dopo essere stati in piedi tutta la notte, poco dopo l’alba hanno la brillante idea di “rubare in prestito” due moto d’acqua, prendere il largo e fare i coglioni.

E quando dico largo, intendo molto largo.
Al punto che non si vede neanche più la costa all’orizzonte.

E quando dico coglioni, intendo molto coglioni.
Al punto da fare un frontale tra le due moto d’acqua finendo tutti disarcionati nell’oceano riportando vari traumi, come, ad esempio, commozioni cerebrali e fratture scomposte.

I personaggi:

- La protagonista: ragazza carina acqua e sapone, probabilmente astemia, che fa la parte del grillo parlante rompicoglioni tentando invano di far rinsavire i propri amici prima che si facciano male a fare i pagliacci con le moto d’acqua.
Secondo me ha portato pure un po’ sfiga lei.

- La bionda scema che rischia di annegare anche con il giubbotto di salvataggio e che a inizio film mostra le tette a tutta la combriccola tirandosi su la maglietta come tradizione vuole faccia qualsiasi bionda scema a qualsiasi party in qualsiasi film sui teenager americani.
Inspiegabilmente il regista non ce le mostra (allora sei stronzo).

- Il fidanzato della ragazza acqua e sapone che si scopa anche la bionda scema e che sembra l’Alpha della situazione per poi rivelarsi una femminuccia che va nel panico quando c’è bisogno di tirare fuori le palle.

- Il negro che non capisci se decide prematuramente di compiere un atto di eroico coraggio o se ha battuto la testa troppo forte.

- Un altro demente che non ho fatto neanche in tempo a inquadrare prima che mezza tibia gli fuoriuscisse dalle carni pasturando l’acqua e stuzzicando l’appetito del nostro amico squalo.
Potevano metterci una donna al suo posto; un bikini in più non avrebbe fatto male.

- Lo squalo che non puoi non tifare per lui in quanto rappresentante de “La più importante legge della Natura che è la legge della Selezione Naturale”. (Cit.)

Secondo voi chi di questi muore per primo? Vi direi “Bravi” e invece no, non è il negro (la memoria di Poo temo sia peggiore della mia).

Difatti il negro è fuori stereotipo in quanto sa pure nuotare e per una questione di “inclusività” sarà solo la seconda vittima, lasciando l’onore di fare da antipasto al demente con la gamba rotta.

La vittima numero tre è la bionda scema che ci regala la classica scena del corpo tirato su senza la metà dall’ombelico in giù, già vista e rivista, ma comunque abbastanza splatter.

A questo punto la nostra protagonista ritrova l’orgoglio di ragazza di 55Kg di “Kansassity” e decide che è ora di salvarsi:

nel giro di 10 minuti affronta lo Squalo di 727Kg in uno scontro faccia a faccia armata di un pezzo di plastica e subito dopo riesce a riparare la moto d’acqua con un tubicino preso dal giubbotto di salvataggio di un tizio morto che galleggiava per caso da quelle parti.

Ma attenzione.

Colpone di scena finale che manco Pinocchio quando è inseguito dalla balena dopo essere starnutito fuori assieme a Geppetto!

Lo squalo si lancia all’inseguimento dell’acquascooter con a bordo gli ultimi due superstiti e, tra speronate da manuale di polizia e mozzicate volanti, riesce a mangiare anche il fidanzato di lei che invece raggiunge la riva.

E anche qui il regista ci regala un’ultima perla di originalità: lo squalo sta per addentare la protagonista, ma resta incastrato tra due scogli a mezzo metro da lei.
Geniale.

Sto cercando di fare un paragone con “The Reef: Stalked” per decidere che voto dare.

Sicuramente in questo ci sono molta più azione e scene splatter, anche se meno si vede lo squalo e meglio è, visto che gli effetti grafici mi risultano sempre abbastanza imbarazzanti.

Tuttavia, pur non essendo uno squalo bruttissimo, lo trovo estremamente superficiale e senza nulla di interessante.

Voto: 5.37
La perfezione esiste