Premessa: potrebbe contenere tracce di spoiler, ma secondo me non è grave.
Il regista è lo stesso Lex Ortega che ha diretto Atroz, film del 2015 di cui ho interrotto la visione più o meno al minuto 15, non tanto per la violenza estrema che in genere tollero abbastanza bene quanto piuttosto per la tripletta mortifera "riprese spastiche + cacca + vomito". No grazie, not my cup of tea.
E allora mi chiederete perché cacchio sono andata a pescare il secondo film di questo malato di mente. Semplice: Atroz ho provato a guardarlo dopo. Tra l'altro, conoscendone la fama ("il più disturbante film MESSICANO" Più di Tintorera? Sì.) ero un po' agitata accingendomi alla visione della sua seconda "opera" , che invece alla fin fine non ha nulla di così estremo se non l'idiozia dei protagonisti.
La trama è questa: famigliola borghese composta da mamma, papà e figlioletta di 5 anni, che abita in una bella casa borghese in un quartiere residenziale, entra in rotta di collisione con la coppia animalista vicina di casa che non ha figli ma sopperisce alla mancanza con un pastore tedesco viziato e coccolato almeno quanto la cinquenne borghese.
Il cane a detta loro è la creatura più buona del pianeta, ma quando vede la cinquenne perde il lume della ragione e comincia ad abbaiarle contro con fare minaccioso, probabilmente perché la piccola, al contrario di qualsiasi altro bambino del pianeta, pronto a lanciarsi in effusioni bavose con il primo animale che passa per strada, ne è invece terrorizzata, e si sa, gli animali "fiutano la paura". L'atteggiamento iperprotettivo della madre, che allontana prontamente la figlia senza incoraggiarla in alcun modo a familiarizzare con la bestiola, non fa che ingigantire la fobia della piccola lagnona.
D'altra parte, va detto che il cane è un gran rompicoglioni e i padroni non fanno un bel niente per arginare i suoi comportamenti invadenti e maleducati, perché lui "è il loro bambino" e ha gli stessi diritti di qualunque umano del quartiere. Con l'unica eccezione che gli umani in linea di massima non masticano le bambole preferite degli altri, né li azzannano quando cercano di sottrargli le suddette bambole masticate.
In seguito all'increscioso episodio di cui sopra, viene ovviamente abbandonato qualsiasi tentativo di pacifica convivenza e la contrapposizione di due differenti punti di vista e stili di vita si trasforma in guerra aperta.
Potevano anche essere interessanti, sia il tema della tolleranza e del rispetto, che quello legato ad animalismo, veganesimo e affini, passando per la visione della genitorialità.
E in effetti fino ad un certo punto, pur senza eccellere, il film ci sta dentro, ha i suoi momenti (uno su tutti la cruenta e minuziosa descrizione del trattamento subito dagli animali negli allevamenti intensivi) e porta più volte a porsi la domanda "io che farei?" o se non altro, "chi ha più ragione?", e vi garantisco che mi sono ritrovata spesso a cambiare idea, pur provando di fondo un'antipatia per tutti quanti, cane compreso. Ma questo probabilmente è dovuto al fatto che sti personaggi alla fine son scritti un po' così e sembrano dei coglioni.
Nonostante questo, fino al deflagrare della faccenda, il tutto funzionicchia abbastanza bene, in modo più o meno credibile. Il problema per me sta proprio nella svolta che a sto punto prende la storia. Ok che Ortega è fissato col torture porn e Bogliano (tra gli sceneggiatori) adora metterci sempre un po' di home invasion, ma a chi cazzo è venuta in mente l'idea di abbigliare i due animalisti con tutine sadomaso e maschere borchiate in pelle a forma di muso di cane?
La cosa più fastidiosa però è che i due, di punto in bianco, da animalisti vegani della porta accanto diventano due pazzi psicopatici incontrollabili, che finora hanno finto di essere "normali", ma che adesso si rivelano - e attenzione che questo è uno dei due colpi di scena finali, ma non ce la faccio a non spoilerare perché è troppo demente - addirittura ATTIVISTI!
Uh, animalisti attivisti, capito che roba? E quindi è logico che siano pazzissimi e sadici e che si presentino a casa della famiglia borghese agghindati come Everett McGill nella Casa Nera e pretendano che gli venga consegnata la figlia così da risolvere la questione "occhio per occhio" ( voi ci avete ammazzato il nostro bambino peloso, ora è giusto che ci lasciate ammazzare la vostra bambina, per portare un po' di giustizia a questo mondo).
E' ovvio che a questo punto, comunque la si pensi nei confronti della questione etica "mangiare carne sì o no", se si è un minimo sani di mente verrà automatico prendere le distanze dai due animalisti in delirio e di conseguenza, troncare in un attimo qualunque tipo di dubbio, riflessione o dibattito.
Almeno, per me, poi magari per quelli che "chi abbandona un animale merita la morte", la questione rimane aperta, non so.
L'altro colpo di scena non ve lo dico, perché tanto ci arrivate da soli.