Premessa: entrambi i film sono ispirati in diversa maniera all' attentato di matrice islamica della maratona di Boston del 2013, ed uscirono a ruota ad opera di registi solitamente avvezzi ad altri generi.
Il primo in ordine di tempo fu diretto nel 2016 dal mestierante Peter Berg (Cose molto cattive), ed è Boston: caccia all' uomo. Un ricco cast (Marc Wahlberg, Kevin Bacon, John Goodman, tra gli altri) è qui al servizio di una storia investigativa che ricostruisce le fasi di ricerca e di cattura dei due disperati che quell' infausto giorno provvedettero a seminarne un bel po', di disperazione. Poco spazio viene concesso alle peripezie di alcuni sopravvissuti (che, manco a dirlo, non ne uscirono tutti interi) in quanto i riflettori sono tutti x le forze dell' ordine, il cui operato è ammantato di retorica nonostante certi svarioni fantozziani nei quali esse incapparono; sappiamo già come funziona in certi film americani, ed anche questo non fa eccezione: il rischio di immaginarsi ad imbracciare le armi contro i musulmani cattivi è paurosamente concreto, se si pensa che io stesso, abituato da anni a lavorare gomito a gomito con superiori e colleghi in stragarande maggioranza musulmani osservanti, ho dovuto più volte soffocare lo spiacevole impulso. Ma tecnicamente si tratta di un film decoroso.
In Stronger: io sono più forte (2017), invece, è di scena David Gordon Green, non ancora stupratore seriale di horror, che chiama Jake Gyllenhaal ad interpretare una delle vittime che dall' attentato bombarolo uscì... a metà. Il nostro, dopo la perdita degli arti inferiori, si ritroverà proprio malgrado nei panni di un eroe positivo emblema di resilienza e lotta al terrorismo: finchè, beh... comprensibilmente gli toccherà attraversare una fase in cui svalvola e beve, come dovrebbe fare ogni persona sana di mente che una mattina esce di casa con le proprie gambe e poi... bum, vi torna un po' di tempo dopo senza le suddette. Vicissitudini del protagonista ed atmosfera generale, al netto di contesti storici e pratici x forza di cose molto differenti, mi hanno ricordato non poco Nato il 4 luglio, film finito x un pelo fuori dalla mia personale Top9 dove Cruise interpreta magnificamente un reduce del Vietnam tornato paraplegico dal fronte: emblematica in qst senso è la sequenza in cui Gyllenhaal si confronta in un bar con altri avventori che lo accusano di non essere una vittima dell' attentato, bensì un amputato pagato dal governo per recitare tale parte a scopo propagandistico.
Altro film tecnicamente con le carte in regola, e che in generale ho preferito rispetto al primo.
Morale: what doesn't kill you makes you stronger, stand a little taller?
Forse sì... se verrete dotati di protesi ortopediche più lunghe delle vostre gambe originali (cosa che, in base a ciò che appresi dalla lettura di un' autobiografia di Zanardi, si tende però ad evitare).
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"Quanta benzina abbiamo?"
"Non molta."
"Okay..."