Pare che l'ultimo progetto a cui stesse lavorando Stuart Gordon, prima di morire nel 2020 non ho capito se per/con/senza covid, fosse la trasposizione della Cosa sulla soglia di Lovecraft.
A raccoglierne l'eredità sono stati Joe Lynch, già regista di quel Mayhem discretamente splatteroso e divertente, l'inossidabile Barbara Crampton, qui in veste di produttrice e co-protagonista, e Dennis Paoli, storico sceneggiatore di Gordon e Yuzna.
Ne è venuto fuori un film non eccelso ma tutto sommato spassoso, che omaggia amorevolmente l'horror lovecraftiano tanto caro a Gordon, messo in scena ancora una volta con gusto per l'ironia, lo splatter e il sesso. Elementi, questi, evidentemente assenti nei racconti del solitario (e noioso, aggiungo io) di Providence, ma che caratterizzano invece il modo in cui Gordon trasferiva sullo schermo la sua idea di orrore grottesco e viscerale.
Per chi non lo sapesse, si parla a grandi linee di scambi di corpi, di un'entità malvagia che si sposta da un corpo all'altro in cerca della sistemazione più confortevole.
Credo, ma non ne sono sicura, che del racconto in questione abbiano fatto diversi adattamenti nel corso degli anni. Di fatto, l'unico che ho visto è stato un episodio della serie TV anni '80 Il fascino dell'insolito, una produzione Rai molto teatrale fatta con due spicci, tre interni e una manciata di bravi attori, appunto di teatro. Una sorta di kammerspiel tutto basato su atmosfere cupissime, musiche inquietanti, e la forza interpretativa di Mattia Sbragia e Massimo Ghini, nei panni di due amici di lunga data coinvolti in una vicenda allucinante.
In Suitable flesh, che naturalmente approccia il racconto con un mood totalmente diverso, i due protagonisti maschili Daniel Upton ed Edward Derby vengono sostituiti da due donne, le dottoresse Daniella Upton ed Elizabeth Derby, scelta che ho trovato particolarmente azzeccata, sia per la presenza scenica e l'ottima interpretazione di Crampton e Graham, sia perché questo sfancula alla grande la misoginia, vera o presunta che fosse, di Lovecraft.
Ancora più inusuale, poi, il fatto che si tratti di due attrici non proprio di primo pelo (la Crampton ha 65 anni, Heather Graham 53), categoria che solitamente, nei film horror ma non solo, è relegata a ruoli di secondo piano, a meno che il film non tratti di psico-nonne decrepite e assassine à la Bette Davis.
Inutile dire che di decrepito le due protagoniste hanno ben poco, non so se per merito del bisturi o della natura, anche se ovviamente l'intento non è certo quello di farle passare per due studentesse.
Merita una menzione anche il giovanissimo Judah Lewis (lo ricordavo bambino in Summer of 84), che ricopre un ruolo non facile, alle prese con repentini sdoppiamenti di personalità e rapporti sessuali di vario tipo con una collega che, per quanto sexy, potrebbe essere comodamente sua madre.
Per farla breve, che altrimenti non finisco più: non è un filmone, non è Re-animator, ma ha un po' il sapore nostalgico degli anni '80/'90 e mi è piaciuto e ve lo consiglio, ricordandovi però che non ci piacciono le stesse cose, quindi poi non venite a rompere i coglioni.