Il film partiva già avvantaggiato ai miei occhi, perché se c'è un genere che mi piace ancora di più del revenge movie è proprio il Rape&Revenge.
In questo caso un R&R addizionato di ghost-revenge, dal momento che la sfortunata vittima compirà la sua vendetta da morta, posseduta dallo spirito di un capo tribù indiano a sua volta interessato ad un regolamento di conti con gli aguzzini della giovane, che sono anche razzisti e assassini di nativi americani, nonché discendenti di quel bastardo di Joseph Rodman West (https://en.wikipedia.org/wiki/J._R._West).
I cliché dei generi di riferimento ci sono praticamente tutti, da I spit on your grave e Thriller- A cruel picture, passando per Kill Bill, fino al più recente Revenge, e il risvolto malinconico dell'infelice destino di Zoe e Coso (scusate, non ricordo il nome del fidanzato) fa ripensare anche al Corvo.
Il film di Ojeda non si sofferma più di tanto sulle tematiche buttate in campo né perde tempo in riflessioni di un qualunque spessore e punta dritto alla spettacolarità dei momenti di azione, in cui la protagonista, sempre più putrefatta, si accanisce con ferocia su odiosi redneck stereotipati. E la scelta si rivela azzeccata, perché è proprio qui che il regista dà il meglio di sé, quando eccede, sfiorando i limiti del ridicolo, in una combinazione di ritmo adrenalinico e massicce dosi di sangue, violenza e budella.
Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica, e non è tutto colorante rosso quello che cola, e quindi se trucchi ed effetti tradizionali risultano ben fatti, altrettanto non si può dire di quelli in cgi, che fanno decisamente cascare i coglioni a terra, un po' come quel giallo/verdognolo che satura ogni immagine del film, le zoomate veloci alternate al ralenti e la presenza del tutto superflua del promesso sposo della nostra guerriera zombi.
In sostanza, un film che sicuramente colpisce il segno lato intrattenimento, ma non mi ha convinta per altri aspetti, tra cui non ultimo lo snaturamento del concetto di rape&revenge: oltre all'irrisorietà del momento rape, alla fine non è manco la povera Zoe a prendersi la soddisfazione di massacrare i suoi carnefici, perché ogni volta che impugna un'arma, in realtà è il capo apache ad entrare in scena, manipolandola come una marionetta, mentre a lei non rimane altro che sucarsi il progressivo disfacimento fisico e la triste consapevolezza di avere già ben più di un piede nella fossa.
Ojeda tornerà qualche anno più tardi sul tema della vendetta con The Russian Bride, in cui la Sposa protagonista (quanto gli piace Tarantino) riuscirà ad avere la meglio sul Dr. Feinstone e gli altri cattivi non per intervento di uno sciamano ma grazie ad una provvidenziale pippata. Peccato che la parte cicciosa arrivi stavolta soltanto alla fine.