Mi è piaciuto molto, davvero bella l'idea. Il film inoltre riesce a tessere la tensione come si deve, nonostante la totale assenza di scene visivamente raccapriccianti. Bella infatti anche l'idea di non riprendere la morte (se non ricordo male). Ad esempio c'era una ripresa, se non erro, in cui la telecamera fissa la cucina, mentre nell'altra stanza sparano a qualcuno. Forte davvero.
Sembra che il film voglia far sentire lo spettatore una
merda, se non in colpa, per il fatto che vorrebbe vedere il compimento della crudeltà a cui però non gli viene dato accesso... cioè, è proprio il fatto che il film non ci fa vedere ciò che vorremmo a farci riflettere. A prova di questa interazione tra film e spettatore basti pensare alle volte in cui uno dei ragazzi guarda in camara (ho apprezzato molto anche il fatto che le volte fossero poche).
Grande idea, e spiazzante, il riavvolgimento. Mi sono fatto un'idea al riguardo, ma sarebbe troppo lunga da esprimere ora (sono all'università). E poi è molto che non lo vedo, non ricordo bene. Ricordo solo che mi ero dato un senso al tutto.
Insomma un cult, che si distingue senza dubbio dal resto della filmografia "di genere" (se di genere si può parlare).
Nota: perfetto l'utilizzo del brano di
John Zorn (con i
Naked City) tratto da "torture garden" - BONEHEAD
soprattutto all'inizio del film, alla comparsa del titolo.
Quando un film comincia bene è già a metà dell'opera
be', non proprio sempre, comunque vabbe', lasciamo stare.
[Modificato da Todesking 08/03/2005 16.47]
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«Dio ha la sola scusa di non esistere.» (Stendhal)