In effetti il problema principale di questo film è Asia Argento.
E non è un problema da poco, perché il film è tutto Asia Argento, due ore fitte fitte di Asia Argento.
Ho dovuto guardarlo in tre tempi, perché dopo un po' quella voce biascicata, nasale e sonnacchiosa cominciava a farmi l'effetto di uno spillone sotto le unghie.
E come se non bastasse la sua inettitudine completa nella recitazione, c'è da dire che anche il suo personaggio, Anna Manni (ma a nessuno è suonato leggermente cacofonico sto nome?), appare del tutto inverosimile.
Più che un'ispettrice di polizia sembra una ventenne mezza tossica (e Asia infatti era entrambe le cose), anche se la fai vestire con la gonna al ginocchio e quelle mostruose scarpette decolleté che manco mia nonna.
Certo che tutto l'aspetto psicologico legato alla sindrome, allo stupro, al cambio di personalità è interessante, ma recitato da lei fa ridere, e in un film di questo genere ridere non è bene, non c'entra un cazzo e smorza tutta la tensione.
Non è che di contorno ci siano poi chissà che attori, a parte Bonacelli, invero un po' imbalsamato (o forse attonito), e Thomas Kretschmann (sono dovuta andare a vedere come si scrive), l'unico davvero convincente, che la sua parte da maniaco pazzoide la interpreta fin troppo bene.
Il colpo di scena finale è telefonatissimo, poi col parruccone biondo da Michael Caine...
Scena preferita: lui che stupra la tipa accanto ad Annamanni e poi le spara in faccia e guarda dal buco.
Secondo peggior attore del film: quello di Nuovo Cinema Paradiso che qui interpreta il collega poliziotto. La scena in cui lei finge di aggredirlo sessualmente è una delle peggio recitate nella storia.
La cosa più incredibile: dopo il colpo alla bocca sul tavolino di marmo agli Uffizi, e dopo il taglio del labbro con la lametta, Annamanni il giorno dopo avrebbe dovuto essere conciata così: