Fu già una delusione quando lo vidi da pischello, almeno rispetto al fatto che considerati l' ambientazione e i precedenti del regista era lecito attendersi molto di più.
Invece ci si trova di fronte ad un inferno posticcio, a cominciare dal fatto che la New world avrebbe sbolognato al nostro Deodato un progetto inizialmente destinato a Wes Craven...ma sarà vero?
La presenza di Berryman suggerirebbe di sì, però fa poco testo, visto che si tratta di uno di quei classici film che all' epoca assemblavano nomi internazionali a casaccio, e quindi male: dal protagonista di Paradise alla futura eroina de Il signore del male, da John Steiner a Karen Black, sino ai nostrani Valentina Forte (ragazzina gnocca che all epoca se la faceva col vecchio regista marpione), Magnolfi (da Suspiria), Tinti, e Barbareschi (in un cameo); una specie di grand hotel, con gente che va e gente che viene, ma che non trasmette mai l' impressione di uno spessore artistico degno di questo nome.
Stesso discorso a proposito del ruolo destinato a Richard Lynch, di fatto un clone di Brando in Apocalypse now la cui presenza stride con l' atmosfera tipicamente ottantiana e cheesy di tutto il resto, all' insegna della ost pulsante e modaiola di Simonetti, della fotografia patinata e di effetti gore che sono una fiera del lattice. Meglio cmq consolarsi con questi ultimi almeno nella versione italiana, visto che, come se non bastassero indios che non sono cannibali (ma non dovrebbe essere la conclusione della trilogia cannibal??), esistono copie estere che a fronte di titoli accattivanti (Straight to hell e Cut & run) sono pure state mutilate di tutto il gore.
[Modificato da MD-MAniak 25/04/2022 14:32]
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"Quanta benzina abbiamo?"
"Non molta."
"Okay..."