Semplice e simpatico cortometraggio diretto dal giovane Giulio Ciancamera, Il doppione si presenta come una lavoro dalle numerose pecche stilistiche e formali, ma sorretto da una dicreta conoscenza del mezzo registico e da una sincera passione per il genere psycho-thriller.
La vicenda narra di un ragazizno che viene costantemente disturbato da qualcuno che bussa con insistenza alla sua porta. Il ragazzo prova ad aprie, ma non trova mai nessuno...finchè non scopre che a bussare è lui stesso, o meglio, un suo doppione.
E’ proprio la smeplicità e l’assoluta mancanza di presunzione da parte del realizzatore che fa di questo piccolo corto un lavoro godibile e simpatico.
Se da un lato è evidente una scarsa cura fotografica (la luce naturale degli interni fa da padrona per tutta la durata del film), dall’altro è risocontrabile una certa attenzione sul versante registico che presenta inquadrature precise e ben studiate (una su tutte quella sul pianerottolo che mostra il continuo sdoppiamento del protagonista e che sottolinea anche una certa dimestichezza in fase di editing).
Carino il momento metacinematografico (anzi, metatelevisivo dovremmo dire...) in cui tutto ciò che è stato mostrato risulta essere semplicemente un film; un po’ meno azzeccato il finale che calca un po’ troppo la mando sulla tematica del doppio. Errore comunque veniale.
C’è ancora da crescere, ma l’inizio è buono.
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