00 13/04/2006 23:11
Il Grande Fratello imperversa anche nella televisione italiana ormai da molti anni, quasi volessero farci credere che sia una cosa trendy farsi spiare dalla mattina alla sera all’interno di un costoso set televisivo mentre telecamere per videosorveglianza invadono strade, metropolitane, negozi, centri commerciali, uffici. Difficile distinguere fra eccesso di zelo in fatto di sicurezza o aperta violazione della privacy…
Anche il mezzo cinematografico risente della moda del reality show e, dopo il buon My little eye di Marc Evans (girato realmente con un sistema di videocamere posizionate in vari angoli della villa in cui il film si svolge), tocca al cinema underground italiano dire la sua.
Dopo Body Count e Body Count 2, girati entrambi nel 2003 dal partese Davide Cancila, è ora il turno di Violent People del napoletano Steve Foose alias Giovanni Saviano.
Un uomo si sveglia in una stanza che non conosce, è disorientato, confuso. Una misteriosa videotelefonata lo mette all’erta. All’interno della casa ci sono altre persone…si rincorrono…si uccidono. E tutto per un nuovo format televisivo chiamato appunto Violent People in cui vale la legge del più forte.

Pur presentando un’idea di base interessante che trova il suo punto di forza nella critica sarcastica al mondo del reality show, Violent People risente molto di una realizzazione imprecisa e frettolosa e di una sceneggiatura poco approfondita. Ma andiamo per ordine.
Il corto denota una certa attenzione per l’inquadratura, mostrando buone angolazioni della m.d.p. in più di un’occasione (l’inquadratura iniziale e quelle in cui l’uomo sale le scale per essere poi avvolto dall’oscurità, per citare quelle più riuscite), ma in sede fotografica presenta una scarsa cura e numerosi errori (troppi controluce, alcune perdite di fuoco, un’illuminazione colorata – di evidente derivazione baviana - mal calibrata che si disperde nello spazio e non presenta luci a sorregge le figure dei personaggi che spesso si trovano in ombra anche quando parlano o agiscono).
Piuttosto incerti i movimenti di macchina con una videocamera traballante che sottolinea troppo la natura amatoriale del lavoro.
Il ritmo generale della narrazione non è male, ma la sequenza d’apertura dilata troppo il tempo (quasi 3 minuti) e finisce con annoiare facendo calare la buona tensione dei primi momenti.
Non ottima la recitazione (specialmente quella di “258”), ma questo è un problema comune alla maggior parte delle produzioni indipendenti e quindi sorvolabile.
Divertenti e ben realizzate le scene nello studio televisivo, comprese quelle in croma key e 3D del programma sanguinario.
Un’ultima nota di merito va sicuramente alla colonna sonora originale che vanta una sigla finale di tutto rispetto.
In definitiva un film dal buon potenziale, ma dalla realizzazione incerta che però dice la sua sull’ “occhio guardone” del Grande Fratello.

MARCO - SplatterMovie Productions_EXTREME VIDEO

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