00 12/12/2008 01:20



Horror esistenziale britannico vincitore di qualche premio sparso e di cui ovviamente in questo paese dimenticato da satana non se n'è saputo mai più nulla.

Sinossicamente narra di un trio familiare in una enorme magione albionica isolati dal mondo. Padre, Madre e figlio ritardato al seguito. Quest'ultimo insiste periodicamente, approfittando dei continui viaggi d'affari del Pater , d'accudire la Madre costretta ammalata a letto. Il genitore ovviamente rifiuta categoricamente di lasciare nelle impervie mani del figliuolo le precarie condizioni della genitrice senonchè un dì riesce nei propri intenti, facendo sì che l'infermiera preposta non riesca a svolgere le proprie mansioni sostituendosi ad essa.

Rinunciando anche alle proprie medicine, perchè " a volte mi piace pensare d'essere normale", comincerà progressivamente a perdere quel poco di senno rimasto mettendo sempre più a rischio la vita della madre fino...

Esteticamente il film è, parere personale, molto ben fatto presentando qualche ripresa particolare e montata in sintonia con la precarietà d'equilibrio del ragazzo che vacillerà sempre più fino a confondersi e confondere realtà con visionarietà. Un film catartico a dar peso alle parole del regista vittima di un lutto personale e che rappresenta l'unica maniera per esorcizzare i demoni del senso di colpa. Più che un horror in senso stretto è una rappresentazione della vita in quanto orrore di fronte alla sua inellutabilità.

Un film che, seppur disattendendo qualche premessa sul versante spinto della follia, avrebbe meritato più fortuna se escludiamo i riconoscimenti (meritati) guadagnati come già detto itinerariamente per vari festival.

Da guardare (ovviamente solo in lingua originale).