00 20/03/2007 17:18
Contebiz/Giansante è uno dei miei miti.

Lo dico sinceramente, pieno di ammirazione per un giovane regista che è sempre riuscito a caratterizzare ogni suo corto in modo originale, unico.

Certo, non è un'irripetibilità priva di scivoloni, anzi: i lavori del Conte sono carichi di errori grossolani, interpretati male, scritti male, diretti male.

Ma il "male", il "brutto", è davvero un limite artistico?
Che siano artisti solo coloro che sfornano prodotti eccellenti?

No. Ci sono i lavori dei Mattei e dei Cozzi e dei Wood, a dimostrarlo.

Contebiz meriterebbe un angolino tutto suo nel panorama horror amatoriale (e forse ce l'ha già). Film come Il Sentenziatore o L'ingegnere o Suspirium Mortis sono materiale irrinunciabile per chiunque apprezzi il trash eccellente.
Un ossimoro non a caso. Perché non tutto il "brutto" è brutto allo stesso modo.

Perciò, ero contento di vedermi un Biz. Contentissimo.
Mi sarei lasciato cullare dai dialoghi improvvisati, dalle riprese traballanti, dal plot insulso e inverosimile di un regista che il miglioramento tecnico artistico non l'aveva mai ricercato.
Perché era così, Biz: gloriosamente sbagliato.

Ma che delusione, il vederlo diverso. Lui, come tutto il resto della gustosa carovana bizziana.

Gli attori, per esempio, attori prima totalmente incapaci, sono adesso in grado di sostenere un piano sequenza superiore ai tre secondi con accettabile credibilità recitativa.

Ma è soprattuto dopo, che Biz delude. Delude perché si autocensura.
Mentre prima permetteva allo spettatore di assistere ad appetitosi scempi registici in ben illuminate scenografie genuinamente rozze, ora taglia fuori l'occhio curioso del pubblico, costringendolo al buio, facendogli sperare che qualcuno subentri in scena, magari un santo protettore del b-movie armato di Zippo.
Perché Biz deve vedersi, diamine. Il Conte deve mostrarsi, o va a farsi benedire quello che ritengo il comandamento primo di ogni opera trashosa, e cioè: l'Esibire Senza Ritegno Alcuno la Macanza di Ritegno.

Il trash per definizione aggredisce, senza vergogna, realizza il contrario dell'apprezzabile a tal punto da renderlo divertente e meritorio.

Ma deve mostrarlo. Se si nasconde non è più trash.
Se si nascondono, i duri della classe, se non urlano alla maestra quanto è troia, se per bestemmiare la validità degli insegnamenti corrono a barricarsi al cesso durante la ricreazione, se aspettano di esser soli per sputare in faccia alla legge della rettitudine morale ed estetica, dicevo, se fanno così, i duri della classe, be': non son più duri.
Son molli, ecco. Ci rimettono in stima.

Il P.Jensen (tra l'altro niente male la storia del professore, bravo) è a metà tra la crescita artistica e il trash passato del Biz che tutti conosciamo.
Per questo vale poco. Perché non è enormemente migliore, e perché non è inconfondibilmente tipico.

Auguro a Biz che questi accenni alla maturazione lo portino a raggiungere elevate vette stilistiche.

Spero, tuttavia, nel ritorno alla grande del Biz di una volta. Il Biz che sale sulla bilancia della Qualità Cinematografica, fa correre la lancetta verso il basso, lontana dal peso del Bello, le fa fare un giro veloce, completo, e la sistema di nuovo, ora definitivamente, sul Bello che aveva appena abbandonato.
La lancetta sul Bello, di nuovo, ma solo dopo averla sporcata, maledetta, trascinata a calci nel culo attraverso i livelli del Brutto.

Ecco che facevi, Biz. Mi manchi.

[Modificato da Steveau 20/03/2007 17.22]

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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."