Con la velocità degna di un bradipo morto mi appresto infine a dare anche la mia (molto) modesta opinione a riguardo del corto.
Astenersi chi non abbia visto il corto, spoiler a non finire...
"M come Jimmy" è un lavoro decisamente atipico nel panorama indipendente, forte di una storia difficilmente classificabile in un genere (forse un noir con spunti pulp e tinte di horror, ma neanche), forte di una bella sceneggiatura, scritta dall'esordiente (come sceneggiatore) Alessandro Nicolò, aka Steveau, di una regia sicura, orchestrata dallo sconosciuto Alex Visani (che lo conoscete per caso?mai sentito...),e da prove attoriali degne di applauso.
Su quest'ultimo punto voglio soffermarmi, perchè abbiamo un testo molto parlato, e una scarsa convinzione da parte degli attori (o peggio, una cattiva recitazione) l'avrebbero letteralmente affossato. Così non è grazie all'ottimo cast messo insieme, che da vero respiro al tutto facendo davvero vivere i personaggi che abitano questa ruota inarrestabile di eventi. Senza togliere niente agli altri ho letteralmente adorato in primis il personaggio di Nina, bella e triste, perfetta nel modo di vestire e nel tono di voce duro e comunque speranzoso. Perfetto poi Raffaele Ottolenghi nel ruolo di Mirco, la scena nel negozio la amo e la rivedrei mille volte di fila! E' vero che è un po'sopra le righe ma secondo me si addice perfettamente al personaggio, assolutamente un elemento "fuori natura" rispetto agli altri. Ribadisco : niente da togliere al resto del cast con questo, bravi davvero tutti!
Da qui passo alla sceneggiatura. La prima volta che l'ho visto (in condizioni di semi cecità, ma sorvoliamo) ho pensato che forse c'era un sovrabbondanza di parlato rispetto al visivo, forse i personaggi parlavano troppo. La seconda volta invece mi sono sentito come "raggirato", e questa per me è una cosa positiva. Dico raggirato perchè sceneggiatore e regista hanno fregato alla grande me spettatore, perchè al pari di tutti i personaggi della vicenda sono rimasto avviluppato nella ragnatela di eventi che il corto propone. M come Jimmy è una riflessione (almeno io voglio leggerla così, forse anche sbagliando, ma gli spettatori idioti esistono anche per questo) sul tempo, su come esso sia regolato da meccanismi che prescindono l'azione e il raziocinio umani. E questa è una cosa che solo Mirco nel racconto capisce e in fondo asseconda; forte della sua lucida follia, è come l'unico vedente in un mondo di "orbi", dove ognuno cerca disperatamente di prendere un ruola da narratore (prima Nina, poi Ottavio, infine lo stesso Mirco) ma nessuno ci riesce e ne finisce travolto. Forse perchè un senso non c'è, e persino Jimmy è scomparso, nell'unico modo possibile : fischiando.
Veramente c'è una sorta di apparente nonsense terribile, una macchina che per essere capita necessita più visioni, un racconto che (ri)scopre un gusto di raccontare e ascoltare che raramente ho visto.
Io ho pensato "cazzo, ecco che vuol dire essere indipendenti: avere il coraggio di parlare e raccontare senza per forza rimanere schiavi degli stereotipi, siano essi di un genere, come del cinema in generale".
Infatti le cose che meno mi sono piaciute in fondo sono quelle più "stereotipate" (come il machete con i riflessi, o il gorgoglio tipico) o forse qualcosa che un po' mi ha richiamato a certi clichè televisivi, ma in fondo piccolezze.
La realizzazione tecnica è di ottimo livello, l'audio (più che fondamentale in un'operazione del genere) è nitido a parte una scena che purtroppo perde un pochino in qualità (niente che ne possa pregiudicare l'ascolto cmq) e vi è anche una gran cura per i rumori.
Fotografia molto scura, sicuramente di difficile fruizione (come il tutto del resto, non siamo assolutamente davanti ad un lavoro per tutti i palati, ma per tanti comunque credo di sì), ma di grande impatto, ci sono bei contrasti e un'atmosfera opprimente, una sorta di notte senza fine che ben calza intorno alle pedine di questa complessa scacchiera.
La regia dello sconosciuto (
) Visani è solida, giusto qualche soluzione non mi ha personalmente convinto, ma ci tengo assolutamente a sottolineare come ogni tanto grazie a Dio abbiamo un regista indipendente che ha un suo sguardo all'interno di un corto (cosa che quasi non esiste nell'indie, eh). Asseconda la vicenda, come si riscopre il gusto di ascoltare e raccontare, si riscopre anche quello di guardare.
E probabilmente di sforzarsi anche un po' nel fare entrambe le cose, perchè niente è così semplice come può apparire.
E qua mi congedo, complimenti a tutti quelli che vi hanno preso parte
[Modificato da dr.decker 23/06/2007 17.09]
I'm death. Pure and simple.