00 19/12/2019 04:47
Di seguito la rece che postai sul profilo fb dopo averla scritta di getto gasato dall' ignoranza della pellicola...

In RAMBO:LAST BLOOD uno Stallone a cui prostata ingrossata, artrosi e cataratta sembrano (almeno nella finzione cinematografica) fare un baffo, torna a distanza di anni a fare strage di cattivi. Giunti, per chi avesse perso il conto, al quinto capitolo della saga First blood (che è il titolo originale dei primi tre Rambo), la propaganda americana non c' entra più e i cattivi son cattivi veramente: recatasi in un postaccio a cercare il padre naturale, la figliastra dell' ex marine si imbatte in due fratelli malvagi a capo di una banda di balordi (papponi, nella fattispecie), finisce stuprata ed uccisa, poi Rambo in cerca di vendetta attira tutti quanti nella propria fattoria e li massacra nell' inspiegabile indifferenza delle autorità locali. Fine. Alla faccia degli spoiler: è tutto spiattellato nel trailer, i personaggi son tagliati con l' accetta, per sceneggiatura e dialoghi sarà bastata qualche pagina di Word. Quello che sorprende è il registro quasi horror: se nel precedente John Rambo, ambientato nella giungla birmana, si puntava soprattutto nel finale a sciorinare truculenze in linea con quelle viste in Salvate in soldato Ryan, qua si percepisce sin dall' inizio una deriva sadica e sanguinolenta, tra scene nel bordello che sembrano prese di peso dai fumetti della Squalo, torture alla Hostel, e pure omaggi a L'ultima casa a sinistra, come il monile rubato alla vittima che permette l' identificazione dei carnefici.
Ma non è finita. Riavvolgiamo il nastro e torniamo agli anni Ottanta, quando i cloni del primo Rambo spuntavano come funghi ovunque. L' Italia, all' epoca particolarmente prolifica, partorì tra gli altri BLASTFIGHTER (1984), nel quale Lamberto Bava (figlio di Mario Bava e discepolo di Dario Argento) infondeva tocchi gore nella storia di una ragazza che si reca in un postaccio a cercare il padre, si imbatte in due fratelli malvagi a capo di una banda di balordi, finisce stuprata ed uccisa, e viene di conseguenza vendicata dal suddetto padre (un ex poliziotto) che attira tutti quanti nella propria fattoria e li massacra nell' inspiegabile indifferenza delle autorità locali. Fine.
Non ricorda qualcosa??
Già!
Al di là di questo, ne approfitto per dire che il finale di quel film è uno dei miei guilty pleasure visti e rivisti più volte per via di quell' incredibile arma in dotazione all' eroe di turno, in pratica una versione avverinistica del Franchi Spas 12 munita di videocamera con infrarossi e zoom, ed in grado di sparare inverosimilmente qualsiasi cosa: se non ricordo male nei dialoghi iniziali si citavano munizioni tradizionali ed esplosive (e fin qui...), al magnesio (incendiarie... credo), al fosforo (non mi è chiaro se gli sceneggiatori alludessero a normali traccianti, oppure se avessero previsto l' impiego del fosforo bianco), al mercurio (mai capito bene a cosa serva, ma tant'è), ed in un crescendo di fantasia anche fumogeni, granate e... napalm (??); mancava all' appello solo l' uranio, e peccato... perchè qualche anno dopo tale munizionamento sarebbe stato introdotto veramente. Ma va da sè che con un tale arsenale il divertimento durante la resa dei conti era comunque assicurato.
E Rambo 5 (chiamiamolo col suo vero nome, finalmente...) è in tutto e per tutto la stessa cosa: peccato che nel climax manchi quel fantascientifico Spas 12, ma per fortuna Stallone tira fuori dal cilindro molto di più, e compensa con tantissimo splatter le magagne di una trama miserrima.
Vedibile, col cervello in stand-by... altrimenti, anche no.


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"Quanta benzina abbiamo?"

"Non molta."

"Okay..."