00 11/04/2008 19:27
Già.


L'ho detto nelle edizioni passate, e lo ridico adesso: io sono schiavo di Giansante.
Dipendente, drogato, alcolizzato del buon contebiz.

Dopo la prova che personalmente non ho apprezzato de Il Professor Jensen (nei topic dell'anno passato ci sono i miei commenti in merito), ecco che ritrovo finalmente il Biz che mi piace. Il Biz che mi è sempre piaciuto.
Dipendente, drogato, alcolizzato...

Cinque volte.
Cinque è più o meno il numero delle volte che ho guardato ogni singolo corto del Conte.
E che ne so, che mi prende. Perché diciamocelo: biz non è bravo.
Col cinema c'entra poco.
Eppure... cinque volte, almeno, per ogni suo prodotto.
"Ehi, ma guarda che ti fa male. Guarda che quelle cose ti uccidono."
Dipendente, drogato, alcolizzato...

Che titolo.
Una cosa come "Vita e Morte", nel 2008, può pure lasciarti secco.
E' come se a un festival su corti a tema razzismo ci si presentasse con "Bianco e Nero".
E questo già è molto biz.
Poi c'è il corto, che mica abbiamo solo il titolo...
Il corto che è bizziano fino all'osso: tirato alla bene e meglio, senza alcuna cura fotografica, senza alcuna attenzione allo sguardo della camera, fatto di un bosco e di due attori incapaci (tra cui lo stesso Conte), di un telefonino gettato via, di un canovaccio sudaticcio nel fiume, di un assassino/mostro/spirito che ammazza chissàperché.
E l'ho visto cinque volte.

Io non so che cavolo mi succede, ma proprio non so resistere.
L'ho già detto che meriteresti spazio dappertutto, caro Biz, che a ogni tuo nuovo corto bisognerebbe riunirsi in casa con amici e birra e passare una serata ad ammirarti.
E, quando lo dico, mi sento come quello che afferma che lo sgorbio in fondo al museo è un'opera d'arte.

Non avrai un bel voto, da parte mia. Forse già t'aspettavi che vincere sarebbe stato difficile... impossibile.
Ma che te ne frega?
Trovo che nel tuo essere dall'altra parte della qualità tu abbia uno stile unico, sincerissimo, mai appesantito dalla falsa ricerca del trash, e non è poco.
Dipendente, drogato, alcolizzato...

grazie.

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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."