00 10/04/2008 23:50
Dopo la mini-polemica che si è scatenata, avrei avuto voglia di scrivere "A me è piaciuto, l'ho trovato ben fatto e divertente. Complimenti a tutti.".
E sai perchè, Alessandro Redaelli? Per dimostrarti che di fronte ad un commento positivo probabilmente non saresti stato tanto ad indagare sul perchè e sul cosa precisamente mi fosse piaciuto, non avresti questionato sulla brevità del mio giudizio e ti saresti accontentato di un elogio che, in sostanza, diceva poco e niente.
Ora ribatterai che non è vero, giurerai che no, non ti saresti mai accontentato di un "bravo" e di una pacca sulle spalle...E voglio crederci, per questo ho deciso infine di non tenderti il subdolo tranello.
Tutto questo preambolo è per mettere un po' le mani avanti in vista delle eventuali future dispute che potrebbero nascere, e per dire che, se da un lato è assolutamente lecito e sensato che si chiedano spiegazioni più dettagliate su talune critiche, dall' altro è anche vero che un giurato non deve essere sottoposto ogni volta ad un esame di stato per verificare se sia sano di mente e se abbia tutte le supercompetenze necessarie ad esprimere un giudizio.
Non siamo a scuola, e non è un compito in classe di matematica.
Siamo tenuti ad esprimere un parere, ovviamente personale e soggettivo, che si basa su gusti, esperienze, conoscenze, sensibilità individuali. La discussione ci può, anzi, ci deve essere eccome, ma, mi auguro, rimanendo sempre nei termini del tranquillo scambio di opinioni, perchè se devo pensare che da qui alla fine del festival mi toccherà difendermi e giustificarmi ogni volta che scriverò di un corto che mi è piaciuto poco, allora sto fresca, dal momento che, lo dico subito, quelli che salvo si contano sulle dita di una mano. Escluso il pollice.
Ma passiamo al tuo Tranquillo Pic-nic di paura.
Tu stesso ammetti, giustificandoti, in qualche modo, di averlo scritto e girato in due giorni, come se, alla luce di questa rivelazione, il pubblico dovesse vedere con altri occhi il tuo lavoro. E invece, a me per esempio, continua a non piacere.
Ok, posso pensare che con più tempo a disposizione saresti sicuramente in grado di realizzare qualcosa di diverso, senz' altro migliore, ma di fatto hai presentato questo, al festival, e che sia un lavoro buttato in piedi alla bell' e meglio, si nota eccome.
La storia, al contrario di quanto asserisci più sopra, ha un peso notevole nella riuscita di un film, tanto quanto ce l'hanno montaggio e regia. Non basta piazzare due inquadrature studiate a scuola, se poi quello che ci mostrano sono situazioni assurde, improbabili e involontariamente ridicole. Non c'è trama, o comunque, se c'è è talmente approssimativa e incasinata da far perdere per strada lo spettatore. Manca tensione, non c'è un guizzo di originalità, gli attori non sono credibili neanche per un istante, le scene di "azione" non ne parliamo... E la questione delle dissolvenze. Il punto non è: dissolvenza sì o dissolvenza no. Il punto è che 50 dissolvenze in una manciata di minuti, come dire...rompono le palle, in generale, e danno l'idea di una mancanza di risorse alternative.
Dai, Alessandro, io non lo so chi ti abbia messo in testa che Insane sia un lavoro riuscito, e da dove provengano le critiche favorevoli che asserisci di aver ricevuto, ma ammettilo, 2 giorni son proprio pochi per dar vita ad un film, sia pure di soli 12 minuti, e il miracolo non ti è riuscito.