00 16/04/2008 21:00
Allora.


Generalmente, e finora a ragione, diffido di una cosa che mi si presenta così:

REGIA: MARIO IENTILE

ATTORI PRINCIPALI: MARIO IENTILE

SCENEGGIATURA: MARIO IENTILE


MUSICHE: MARIO IENTILE

FOTOGRAFIA: MARIO IENTILE

MONTAGGIO: MARIO IENTILE.


E non è per il Mario Ientile, ovvio.
E' per il Mario Ientile che sta ovunque.

Già questo mi suggerisce che è un corto girato nelle famose domeniche che nominavo in altri topic del festival.
Domeniche in cui, sentite 'sto ateo, andare in chiesa non sarebbe male.

Ma non è tutto qui.

Una cosa come:


REGIA: MARIO IENTILE

ATTORI PRINCIPALI: MARIO IENTILE

SCENEGGIATURA: MARIO IENTILE

MUSICHE: MARIO IENTILE

FOTOGRAFIA: MARIO IENTILE

MONTAGGIO: MARIO IENTILE,


mi suggerisce pure che è mancata un aspetto fondamentale, a mio parere, nella produzione di un qualunque cortometraggio.
Il confronto.
Parlo di pareri incrociati, di collaborazione, di interventi ora fatti dall'uno ora dall'altro, di sinergie, di correzioni possibili grazie all'intelligenza di più persone coinvolte nel medesimo progetto.
Allora l'attore, dall'alto della sua (presunta) conoscenza dell'arte che lo riguarda, si permette di dire la propria al regista.
Il direttore della fotografia fa altrettanto.
Il regista chiama da parte lo sceneggiatore e gli fa notare che così no, non si può fare quella scena, bisogna rivederla.
E via dicendo.

Qui Mario Ientile è solo.
E della sua solitudine parleremo più avanti.


Più avanti, perché ora vorrei soffermarmi su un altro aspetto di Amateur.
Si tratta, ancora una volta, del pacchetto. Ne discutevo già nel topic per I Segreti, ma qui non ce l'ho col titolo, le scenografie e il modo di abitarle: ce l'ho con la maniera di presentare la propria opera a partire dalla sinossi.


"BREVE SINOSSI: UNA PERSONA DISTURBATA SI NASCONDE IN CASA DI UNA GIOVANE COPPIA.LA RAGAZZA MUORE PER PRIMA,IL SUO COMPAGNO VIENE STORDITO. IL GIOVANE RIESCE A RIPRENDERSI E A FUGGIRE MA..."

UNA PERSONA DISTURBATA. Ecco, raramente ho letto una definizione più brutta di psicopatico assassino.

LA RAGAZZA MUORE PER PRIMA. Questo "prima" mi fa già attendere una seconda disgrazia. Già me l'anticipa.

GIOVANE COPPIA... IL GIOVANE RIESCE A RIPRENDERSI. Pessima ripetizione.

Rimango fortemente convinto che il pacchetto sia importante, e che importante sia suscitare interesse nel pubblico da subito, evitando errori di concetto e brutture stilistiche anche nella sinossi.
Che in fondo è la storia scritta. Anche se in parte. Anche se a grandi linee.
Ti si dice: "Parlami del tuo corto, fammi venire l'acquolina in bocca", e questo è il risultato.
Io, dopo una sinossi simile, già mi sento di andare a guardare altro.


Veniamo ad Amateur film.

Dove eravamo?



REGIA: MARIO IENTILE

ATTORI PRINCIPALI: MARIO IENTILE

SCENEGGIATURA: MARIO IENTILE

MUSICHE: MARIO IENTILE

FOTOGRAFIA: MARIO IENTILE

MONTAGGIO: MARIO IENTILE



Solo.
Mario Ientile è solo.

Il risultato del suo lavoro è proprio questo: un senso annoiato di solitudine estrema.
Ci si rattrista, con Amateur.

Per carità, Mario: non sto dicendo che sei solo nella vita.
Non ti conosco.

Magari c'erano pure mille persone a farti segno mentre partorivi Amateur.

Il fatto è che nel tuo corto vien voglia di prendere il cappotto e uscire a vedere gente.

Solo.
Sei solo.

La noia è tanta, e i movimenti di camera in soggettiva sono ormai strabusati.
L'idea è una vecchia idea.

La scenografia, ordinaria, contribuisce ad appesantire l'aria già pesante di suo.
Per non parlare della vista di Padre Pio appeso al muro.

Nel finale, poi, la solitudine è agghiacciante. La camera si chiude nell'armadio, ed ecco che io provo le vecchie emozioni di quando, da bimbo, mi nascondevo per il nascondino, e mi nascondevo bene, e restavo SOLO, lì, tre ore, e mi chiedevo che cosa ci fosse di divertente.

L'armadio dura tre ore. O così le ho vissute io.
Proprio le tre ore in cui nessuno mi trovava.
E nessuno trova il GIOVANE.

Hai dilungato eccessivamente fasi narrative che avrebbero meritato sì e no venti secondi.
Hai dilungato tutto allo stremo, pensando di creare tensione e invece ammorbando chi guarda.

E' un corto... triste, l'ho già detto.
Ci fai nascondere appresso al protagonista, ci rendi suoi occhi, e il tutto per un nascondino che divertente non è.

Anzi, volete saperla una cosa?
Secondo me, chi deve fare tana se ne è andato a casa da un pezzo.






[Modificato da Steveau 16/04/2008 21:01]
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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."