00 23/04/2009 20:11
E bravo Diego Carli, ho già avuto modo di recensire il lavoro di questo regista, lo riporto sotto:

Che piacere trovarsi di fronte un lavoro come quello orchestrato da Diego Carli (regia, sceneggiatura) e Paolo Rozzi (soggetto e sceneggiatura): un cortometraggio professionale, curato e realizzato da un gruppo con esperienza ben consolidata in diversi contesti. Sebbene la storia dell’orco che vive tra le montagne non è nulla di originale, la messa in scena ne esalta le qualità e la breve durata (circa 26 minuti) non ne appesantisce la struttura. Il sangue non manca e i trucchi sono tutti artigianali, niente computer graphic che avrebbe reso il contesto impalpabile ed eccessivamente finto: si ripara ad alcuni problemi di budget con un montaggio (curato da Alessio Furlan) che si districa tra accelerazioni/ralenti e immagini artefatte. Interessante vedere tra gli Extra del DVD il backstage con alcuni trucchi “svelati” e la creazione delle maschere per l’orco (interpretato da Nicola Cracco).

Vorrei fare un plauso alla fotografia di Davide Pachera, nitida e pulita, oltre che alle musiche di Zanfretta e Veronese che tra violini, cornamuse e voci bianche riescono a donare un fascino unico alle sequenze dove le distese verdi che si affacciano dalle montagne la fanno da padrone, con atmosfere rarefatte e dal sapore antico (esaltate da costumi e scenografie ricercate).

In coda segnaliamo anche il significato che gli autori hanno voluto dare alla pellicola “Sopravvivenza fisica come metafora della sopravvivenza culturale di una tradizione che va scomparendo e che egli (l’orco, nda) è suo malgrado, l’ultimo erede”
Aspettate la fine dei titoli di coda, un’ultima sorpresa chiude il film.