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Cortometraggio del siracusano Giuseppe Di Grande che narra, in prima persona, la storia di un serial-killer ossessionato, fin dalla più tenera infanzia, dal fatto di poter vedere le anime delle persone morte. Incapace di resistere alle sue pulsioni omicide e braccato dalla polizia, il “nostro” andrà incontro ad un destino, come si suol dire, peggiore della morte… Ciò che emerge immediatamente dai 19 minuti di cortometraggio è la cura, quasi maniacale, che Di Grande ha riversato nell'opera in questione. Dall'editing alla sonorizzazione, tutto è ottimizzato nonostante l'evidente ristrettezza di mezzi di produzione. “Souls” si rivela pertanto opera rispettabilissima a livello visivo che, purtroppo, zoppica lievemente per quanto riguarda la narrazione degli eventi. Il ritmo da videoclip forsennato, con un montaggio che abusa di tagli repentini ed effetti visivi di post-produzione, da un lato affascina e colpisce nei primi minuti di visione mentre dall'altro, alla lunga, risulta quasi stucchevole e frastornante. Eppure “Souls” ha un suo fascino quasi magnetico, sotto molti aspetti, e riesce ad avvolgere lo spettatore in una girandola di colori, rumori, suoni stridenti o soffocati ed esplosioni visionarie che traspongono in video l'interessante concetto che Di Grande ha della distorta mente di uno psychokiller . E ci regala anche un paio di sequenze che seppur riportano alla memoria il nipponico “Ju-on” si rivelano sorprendenti, sia per tecnica di realizzazione che per i “brividi” che regalano.