Il discorso sulla censura mi ha fatto venire in mente questo film che avevo da parte e volevo vedere da un po’, dove la protagonista, tale Enid, fa un lavoro fighissimo, cioè fighissimo fino a un certo punto, perché la pagano per guardarsi film horror in anteprima, ma poi deve appunto censurarli, quindi decidere quali scene tagliare.
E questa è la parte stressante del lavoro, quando i censori si chiedono e discutono fra loro se lasciare o meno una scena particolarmente violenta, quanto tagliarla ecc.
E’ un periodo storico in cui la Thatcher (il film è ambientato in Inghilterra nei primi anni ‘80) alla TV sbraita contro la violenza presente in certi film, sostanzialmente adducendo al genere horror la responsabilità dell’aumento dei crimini.
E ad Enid succede un fatto spiacevole, quando decide di non censurare una scena truculenta e a distanza di pochi giorni dall’uscita del film sul grande schermo, un uomo uccide moglie e figlio in modo analogo a quello rappresentato nel film. Per di più, qualcuno lascia trapelare il suo nome alla stampa, come responsabile della mancata censura. Ca va sans dire, l’opinione pubblica moralista e bacchettona le si scatena contro, riceve telefonate minatorie ad ogni ora, viene assediata da nugoli di cittadini indignati.
Non mi dilungo oltre con la trama, mi premeva sottolineare che la premessa e tutta la prima parte del film l’ho trovata molto buona, molto interessante per il tema in sé (si parla anche delle famose e leggendarie videocassette “proibite”, quelle non censurate, registrate di merda e passate sottobanco in certe videoteche…), poi però purtroppo il film si perde, si attorciglia intorno alla storia della sorella scomparsa di Enid e la seconda parte diventa decisamente meno interessante e più dozzinale.
Peccato. Valutazione finale: riuscito a metà.